Manca poco, la ratifica di Paesi che rappresentano un ulteriore 7% delle emissioni di gas serra, perché l’accordo di Parigi possa entrare in vigore (un mese dopo che le condizioni per l’entrata in vigore si siano determinate). Questo vuol dire che con tutta probabilità, in occasione della Conferenza ONU sul Clima di Marrakech, in programma dal 7 al 18 novembre, si potrà anche festeggiare l’operatività del trattato e soprattutto mettersi a lavorare alacremente per la sua attuazione.
Nella lista dei Paesi che hanno ratificato spicca l’assenza dell’Unione Europea: in realtà alcuni Paesi l’hanno già fatto (Francia, Ungheria, Austria, Slovacchia), altri hanno dei tempi parlamentari già fissati (Germania la prossima settimana) ma accanto alla ratifica comunitaria già decisa dai leader nel vertice di Bratislava, occorre che anche gli altri Paesi si affrettino a farlo.
Tra questi, l’Italia, per peso e come paese fondatore dell’Unione, deve essere tra i primi e non tra gli ultimi. Dopo l’annuncio del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Ambiente, dunque, il WWF chiede l’immediata presentazione del Disegno di legge di ratifica e una corsia preferenziale in Parlamento perché venga approvato a inizio ottobre. Ben prima del referendum costituzionale e dell’inevitabile rallentamento dei lavori parlamentari, dunque, ma soprattutto in tempo per consentire che l’accordo possa entrare in vigore al più presto.