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Clima, Sicilia chiama Parigi

A pochi giorni dall’avvio del Summit di Parigi sul clima il tema dei cambiamenti climatici e le possibili soluzioni contro il riscaldamento globale entra negli atenei siciliani. Gli impatti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, con un focus sui…

A pochi giorni dall’avvio del Summit di Parigi sul clima il tema dei cambiamenti climatici e le possibili soluzioni contro il riscaldamento globale entra negli atenei siciliani. Gli impatti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, con un focus sui territori dell’isola, sui sistemi costieri, sulle risorse con particolare riguardo alla pesca, le  soluzioni  già individuate per “decarbonizzare l’economia”, il ruolo dei cittadini-consumatori  e le aspettative e speranze rispetto al Summit di Parigi. Questi i temi che oggi e domani sono al centro della due giorni organizzata da WWF insieme alle Università di Palermo e Catania in attesa che si apra il vertice che da domenica prossima a Parigi dovrà  definire la strategia per combattere  il riscaldamento globale.
 
Il programma prevede oggi un convegno presso  l’Università di Catania salutato dal Rettore Giacomo Pignataro, ed una conferenza di due giorni presso l’Università di Palermo con un discorso di apertura del Rettore Fabrizio Micari. I due eventi sono organizzati dal WWF grazie alla collaborazione di circa 20 docenti dei due atenei e sono curati dal prof. Franco Andaloro, Delegato WWF Sicilia, e dal Direttore Scientifico del WWF Italia, Gianfranco Bologna.

“Davvero un grande successo di pubblico oggi l’incontro tenutosi presso la Città della Scienza di Catania, pieno in ogni ordine di posti – ha detto Gianfranco Bologna – , che conferma l’interesse verso i temi dei cambiamenti globali non solo da parte della comunità scientifica ma soprattutto da parte dei giovani, che vogliono essere protagonisti del loro futuro in campo tecnologico ed energetico. Il WWF sta lavorando proprio su queste connessioni, ed è questo il senso della campagna “Save the climate, save the humans“. Nel corso della mattinata è intervenuto anche il Delegato WWF Sicilia, il biologo marino Franco Andaloro, sottolineando l’impatto dei cambiamenti climatici nel Mare nostrum. “In Mediterraneo orientale, nelle acque libanesi e siriane, le specie non indigene hanno già superato il 50% in peso nella cattura della pesca e in Mediterraneo si contano ormai oltre mille specie aliene, di cui un centinaio sono ritenute pericolose per la biodiversità del bacino, l’economia o la salute. Il cambiamento climatico sta anche modificando le correnti marine, sulle quali la temperatura ha un ruolo importante”.

Il WWF, impegnato a livello mondiale in tutte le iniziative (istituzionali e non) per contrastare i cambiamenti climatici, ritiene che sia necessario un radicale cambiamento culturale che sostenga da un lato nuove scelte economiche e da un altro favorisca un cambio degli stili di vita. Da qui la scelta di entrare anche nelle Università dove, al di là della cronaca e del dibattito politico, il tema dei cambiamenti climatici può essere affrontato in tutte le varie declinazioni recentemente richiamate anche dal Pontefice nell’Enciclica “Laudato si”. Le iniziative inquadreranno il problema rispetto alle più avanzate conoscenze scientifiche riportate nelle relazioni delle Nazioni Unite a supporto della COP 21 di Parigi.

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