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Commercio illegale di natura, chiuso il meeting di Londra

A Londra, in occasione della Conference on Illegal Wildlife Trade, Capi di Stato,  Ministri e rappresentanti di 46 paesi, compresi quelli interessati da bracconaggio e commercio illegale di specie protette, si sono impegnati nell’intraprendere “azioni decisive e urgenti”…

A Londra, in occasione della Conference on Illegal Wildlife Trade, Capi di Stato,  Ministri e rappresentanti di 46 paesi, compresi quelli interessati da bracconaggio e commercio illegale di specie protette, si sono impegnati nell’intraprendere “azioni decisive e urgenti” per combattere il commercio illegale di animali e piante protetti. Al meeting, presieduto dal primo Ministro Britannico  David Cameron. erano presenti decine di capi di stato e ministri di 46 paesi, tra cui l’Italia. Presenti anche i rappresentanti di numerosi organismi internazionali come CITES, UNEP insieme a INTERPOL, UNODC, e AfDB, a conferma ormai del forte coinvolgimento delle organizzazioni criminali in questo tipo di traffici, assieme a Banca di Sviluppo Africana e Banca Mondiale.

L’accordo comprende dei punti cruciali per la lotta alla criminalità di natura: mettere in campo azioni capaci di stroncare il mercato di prodotti illegali provenienti da specie protette, rafforzare l’applicazione delle leggi in materia e assicurare che vi sia un quadro legislativo comune certo e deterrenti efficaci contro l’illegalità, promuovere la gestione sostenibile delle risorse naturali affiancando con progetti concreti le comunità locali dei paesi dove vivono le specie più colpite, tra cui elefanti, rinoceronti, tigri.

Il WWF e il suo ufficio TRAFFIC che ha collaborato con il governo inglese alla preparazione di questo incontro, hanno accolto con favore la “Dichiarazione di Londra” che riconosce la vasta portata del problema e le sue implicazioni economiche: il giro di affari mondiale del  traffico illegale di animali e piante vale 19 miliardi di dollari annui.

“I governi hanno lanciato un messaggio forte attraverso la Dichiarazione di Londra – ha detto Isabella Pratesi, responsabile  Conservazione Internazionale del WWF Italia – Il commercio illegale costituisce una minaccia globale serissima alla biodiversità, paragonabile ad una vera e propria ’estinzione di massa’.  Il numero di rinoceronti uccisi illegalmente nel solo Sud Africa è salito a oltre 1.000 lo scorso anno dagli appena 13 esemplari uccisi dal bracconaggio 6 anni fa. Le ultime stime parlano oramai di solo 3.200 tigri rimaste in natura e per la tigre di Sumatra abbiamo solo pochi anni per non perderla come quella di Bali e di Giava, e, secondo stime recenti, sono oltre 25.000 gli elefanti africani (soprattutto di foresta) illegalmente uccisi nel solo 2012, con una media di 100 animali uccisi ogni giorno. Ci auguriamo che anche l’Italia, che è un grande consumatore di risorse naturali, il primo mercato di pelli di rettile dall’Asia e di legname dalle ultime foreste della tigre sappia e si decida a fare la sua parte”.

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