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Continua il massacro dei lupi nei boschi italiani

Nemmeno in questi giorni la Conferenza Stato Regioni discuterà del Piano di Conservazione e Gestione del Lupo in Italia. Intanto nei boschi italiani continua il massacro di lupi da parte dei bracconieri, con un esemplare fatto ritrovare appeso…

Nemmeno in questi giorni la Conferenza Stato Regioni discuterà del Piano di Conservazione e Gestione del Lupo in Italia. Intanto nei boschi italiani continua il massacro di lupi da parte dei bracconieri, con un esemplare fatto ritrovare appeso ad un albero (la cui foto è stata prontamente diffusa su Facebook, facendo scattare l’immediata segnalazione ai Carabinieri) che si aggiunge al lupo Claudio nelle Marche (seguito per mesi dai ricercatori del progetto LIFE Mirco grazie ad un collare satellitare) e a altri quattro esemplari uccisi a colpi di pallettoni tra Liguria e Toscana da inizio anno, solo per citarne alcuni, e senza contare gli innumerevoli lupi investiti da automobili, spesso vittime indirette di avvelenamento.
E in questo quadro, invece che mettere in atto azioni concrete per tutelare gli allevatori e contrastare il bracconaggio, Regioni come la Toscana, per tramite del suo assessore all’Agricoltura, chiedono addirittura l’abbattimento di 500 dei 600 lupi stimati nella Regione, in palese contrasto con lo spirito e le indicazioni della Direttiva Habitat.
Anche per questo, il WWF continua a chiedere una rapida approvazione del Piano di Conservazione e Gestione del lupo con lo stralcio degli abbattimenti che erano stati inizialmente previsti e sono stati respinti da quasi tutte le regioni. Nel Piano si dovrà dare priorità alla lotta al bracconaggio, a interventi per la prevenzione, a equi risarcimenti per i danni subiti dagli allevatori, al contrasto del randagismo canino e dell’ibridazione cane-lupo oltre che alla ricerca scientifica per determinare lo stato di conservazione della specie nel nostro paese e la reale incidenza dei danni alla zootecnia.
L’accordo in Conferenza Stato-Regioni deve indicare anche le fonti per il finanziamento dell’attuazione del Piano: infatti, per evitare che le azioni previste restino prive di finanziamento e, quindi, sostanzialmente inapplicate, i costi non devono ricadere sulle sole delle Regioni.
Sul Piano Lupo il WWF non abbassa la guardia: continuerà a vigilare affinché il Piano riconosca il valore del lupo come componente del capitale naturale della Nazione e ricorda che la convivenza è sempre possibile.

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