WWF: no alle piattaforme petrolifere nel Canale di Sicilia.
WWF Italia da mesi si occupa delle trivellazioni nel Canale di Sicilia, il 14 Novembre, a Palermo WWF ha organizzato il convegno: “LE TRIVELLAZIONI PER L’ESTRAZIONE DI PETROLIO SONO UNA GRAVE MINACCIA PER IL MEDITERRANEO E PER TUTTI NOI”
WWF si sta opponendo con forza all’aumento dei siti di trivellazione in Sicilia, di recente ha promosso la campagna “Sicilia: il petrolio mi sta stretto” per sensibilizzare cittadini e istituzioni sul pericolo delle trivellazioni e dello sfruttamento del territorio e promuovere l’istituzione del Parco di Pantelleria.
Nel corso del convegno, organizzato da WWF e patrocinato dal comune di Palermo e presieduto da Marco Costantini, Responsabile Mare WWF Italia, si è approfondito il tema delle trivellazioni e sono stati presentati gli studi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica e di Greenpeace sui rischi legati alla presenza di piattaforme petrolifere nel Canale di Sicilia.
Il Mare Mediterraneo è uno dei mari più trafficati al mondo: con oltre 325.000 transiti all’anno e oltre 200.000 navi, il 15% del traffico globale passa per il Canale di Sicilia. Tutti valori che si stima cresceranno di 4 volte nei prossimi 20 anni.
Il Canale di Sicilia è una delle aree di maggiore pregio naturalistico del Mediterraneo, ed è un’area ad intensa attività vulcanica sottomarina. Proprio nel canale di Sicilia si vorrebbero installare nuove piattaforme petrolifere. Il WWF si sta impegnando per fermare l’installazione di nuove piattaforme petrolifere in Italia e questi convegni sono l’occasione per confrontarsi con i cittadini, le associazioni ambientaliste e le istituzioni sui pericoli del petrolio e delle installazioni petrolifere.