Al Senato presenti giuristi ed esperti di conservazione della natura
L’autonomia differenziata, proposta dal cosiddetto disegno di legge Calderoli all’esame del Senato, non può compromettere le garanzie di tutela che devono valere in tutto il Paese anche alla luce della modifica costituzionale del 2022 che ha inserito la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi generali della nostra Carta (art. 9) e ha posto la tutela dell’ambiente come fine, e limite, all’iniziativa economica (art. 41). Questa valutazione è stata al centro del convegno “Ambiente, autonomia differenziata, Costituzione” promosso dal WWF Italia ieri, 16 ottobre, a Roma nella Sala Capitolare del Palazzo Minerva del Senato della Repubblica.
Il convegno, introdotto da Gaetano Benedetto, Presidente Centro studi WWF Italia, e Ilaria Scarpetta, Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia, è stato moderato da Paola Brambilla, Coordinatrice del Comitato giuridico del WWF Italia, con la partecipazione di Simona Castaldi, Professoressa di Ecologia, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Stefano Laporta, Presidente ISPRA, Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte costituzionale, Luigi Ferrajoli, Professore emerito di Filosofia del Diritto, Università degli Studi Roma Tre, Antonio D’Atena, Professore emerito di Diritto regionale, Università di Roma Tor Vergata, Mario Bertolissi, Coordinatore Sottogruppo Ambiente ed Energia, Comitato LEP, Giulio Maria Salerno, Direttore ISSiRFA-CNR, Marco Benvenuti, Professore di Istituzioni di diritto pubblico, Università di Roma “La Sapienza”.
Il regionalismo differenziato rischia di indebolire l’Italia
Dal convegno è emerso come il regionalismo differenziato, oltre a frammentare le politiche ambientali sul territorio nazionale, potrebbe indebolire l’Italia nel contesto europeo e internazionale per il mancato rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali (art. 117, comma 1, Costituzione). Il tutto in una situazione in cui il contenzioso sull’ambiente generato dalle Regioni o a cui queste contribuiscono è ancora elevatissimo: l’ambiente è al primo posto delle procedure d’infrazione (15 su 80) aperte dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia su materia quali Rete Natura 2000, qualità dell’aria, acque reflue, rifiuti. Grande preoccupazione è poi emersa sulla definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) affidata a un Comitato istituito dal Governo: la gran parte degli interventi hanno rimarcato la difficoltà di definirli entro il termine dato al Comitato (fine ottobre) e la mancanza di esperti naturalistici nello stesso Comitato.
L’ambiente è un valore di diritto fondamentale
È stato poi osservato che, come chiarito più volte dalla Corte Costituzionale, l’ambiente rappresenti un “valore di diritto fondamentale della persona e di interesse della collettività” non solo una prestazione tecnica e che le Regioni dovrebbero essere in grado di garantire una tutela maggiore – adeguata e non riducibile – rispetto a quella comunque garantita dallo Stato.
Il WWF Italia ha anche rilanciato la proposta per l’istituzione di un Garante della Natura (alla base di una petizione che sarà presentata nei prossimi giorni in Parlamento) che, sul modello delle altre Authority già presenti in Italia, abbia poteri effettivi di monitoraggio e vigilanza sull’applicazione delle normative ambientali che investono i vari livelli istituzionali così da assicurare una visione sistemica e unitaria a partire dagli interventi previsti dalla Strategia Nazionale per la Biodiversità.
Nelle conclusioni di Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia, si è pertanto ribadita la necessità di un approfondimento di analisi nella consapevolezza che tutela dell’ambiente e della natura sia ormai un valore costituzionale – prima ancora che materia – irrinunciabile, da garantire quale interesse pubblico primario nella sua trasversalità che, oggi più che mai, va interpretata, non solo come interdisciplinarità, ma anche intergenerazionalità.