Una catena che ha impegnato Guardia costiera, Università della Calabria, WWF e la Stazione zoologica di Napoli ha consentito di salvare decine di uova di tartaruga marina che, a causa dell’abbassamento delle temperature e delle mareggiate, rischiavano di non schiudersi più. Accade in Calabria, dove il nido deposto il 21 agosto, e dal quale erano già nate 14 tartarughine, è stato letteralmente traslocato, con tutte le attenzioni necessarie per un carico così prezioso e delicato: 35 uova sono state così trasferite dalla spiaggia calabrese di Pizzo (VV) a Napoli.
Quello di Pizzo era sembrato fin dall’inizio un nido a rischio: soprattutto a causa della deposizione tardiva (21 agosto), con conseguente maturazione degli embrioni che coincideva con l’inizio dell’autunno, e l’immancabile abbassamento delle temperature. In genere le femmine di tartaruga marina depongono le uova all’inizio dell’estate, e dopo circa 60 giorni cominciano le schiuse. Inoltre in questi due mesi il nido – sorvegliato costantemente dalla Guardia Costiera e dai volontari del WWF – aveva subìto l’assalto di due mareggiate che hanno rischiato di compromettere in maniera irreparabile la schiusa delle 86 uova. Di qui la decisione del responsabile del progetto “TartaCare” dell’Università della Calabria, prof. Antonio Mingozzi. Il trasferimento è stato richiesto dall’Università della calabria e dal WWF al comandante della Capitaneria di Porto, Antonio Lo Giudice, che ha subito interessato il Comandante regionale della Direzione marittima della Calabria, Gaetano Martinez.
“La prospettiva era quella, dopo 70 giorni, ed essendo giunti ormai praticamente a novembre, di dover registrare la morte dei piccoli in procinto di nascere o la mancata schiusa di tante uova – ha detto Pino Paolillo del WWF Calabria – per cui , d’accordo con il Prof. Mingozzi dell’Unical, si è deciso di aprire il nido e trasferire uova e immaturi nelle strutture della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli , l’ unica in Italia attrezzata per ospitare e far sopravvivere tartarughine immature e far sviluppare uova non schiuse. L’operazione è perfettamente riuscita e da Napoli sono giunte notizie incoraggianti sulla sopravvivenza dei piccoli già nati e di quelli in procinto di nascere”.
Un GRAZIE particolare da parte del WWF va a tutti coloro che si sono prodigati in questi due mesi nella sorveglianza del nido, dai tanti volontari alla Capitaneria di Porto, ma anche ai gestori del lido Refresh.