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Dalla parte dell’orso

Una rete di volontari per la tutela dell’orso bruno marsicano: migliaia di ore di lavoro del volontariato Oltre 250 recinti elettrificati consegnati, oltre 550 piante recuperate tra ciliegi, meli e peri, vaccinazioni e controllo dei cani da guardiania,monitoraggio…

Una rete di volontari per la tutela dell’orso bruno marsicano: migliaia di ore di lavoro del volontariato

Oltre 250 recinti elettrificati consegnati, oltre 550 piante recuperate tra ciliegi, meli e peri, vaccinazioni e controllo dei cani da guardiania,monitoraggio e raccolta dati, incontri pubblici. Queste e tante altre attività sono state presentate oggi durante una conferenza stampa a Pescara dalle Associazioni “Salviamo l’Orso”, “Dalla parte dell’Orso” e WWF Abruzzo che hanno presentato il report “Il contributo delle Associazioni ambientaliste per la salvaguardia dell’Orso bruno marsicano”.
Il dossier riassume le tante iniziative portate avanti dai volontari delle associazioni che con impegno e costanza si dedicano alla tutela di questa specie e del suo habitat attraverso una serie di azioni condotte dentro e fuori le aree naturali protette. Un’attività che non vuole certo sostituirsi a quanto devono fare le Istituzioni, ma che è fondamentale per garantire la possibile coesistenza tra l’orso e l’uomo che da sempre convivono sulle montagne dell’Appennino e in particolare dell’Abruzzo dove sopravvivono solo cinquanta esemplari di orso bruno marsicano. In questa ultima roccaforte, la specie, anche se assediata e continuamente minacciata da bracconieri, nuove strade e impianti da risalita, resiste con una piccola, ma ancora vitale popolazione, vera ricchezza per la nostra regione e l’intero Paese.

Proprio la necessaria espansione di questa specie in nuovi siti al fine di allargarne l’areale rende ancora più importante l’azione del volontariato che da sempre ha affiancato alle campagne di sensibilizzazione verso l’opinione pubblica e di lobby verso gli enti competenti, azioni concrete sul campo tese a scongiurare possibili contrasti tra la presenza dell’orso e le attività umane legate all’agricoltura e all’allevamento: proprio su quest’ultimo aspetto si è concentrata l’azione del volontariato, particolarmente impegnato tra le popolazioni locali per prepararle a convivere con questo plantigrado.

Decine e decine di attività sono state portate avanti grazie a fondi propri delle associazioni e ai finanziamenti di Enti pubblici e soggetti privati, di aree protette come il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Majella, l’ Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario e la  Riserva  regionale  del  Monte Genzana  e  Alto  Gizio, e attraverso i fondi dell’Unione Europea garantiti dal LIFE Arctos.

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