I dati del Centro Copernicus
I nuovi dati del Centro per i cambiamenti climatici Copernicus mostrano che nel 2023 il mondo ha sopportato 12 mesi consecutivi con un riscaldamento globale di 1,5o C superiore rispetto ai livelli preindustriali. Questo dato arriva dopo che altri recenti dati sulla temperatura superficiale globale hanno mostrato un riscaldamento record tra 1,34o C e 1,54o C nel 2023. Secondo il WWF, ciò deve spingere i Paesi e le imprese ad accelerare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra.
Il dato è davvero molto preoccupante, ma non significa che il mondo abbia superato la soglia di 1,5o C a cui fanno riferimento l’IPCC, le Nazioni Unite e l’Accordo di Parigi. A tal fine sarebbe necessario che la temperatura media globale rimanesse al di sopra di 1,5o C per un periodo medio di 20 anni. Tuttavia, a meno che non vi sia un’immediata e profonda riduzione delle emissioni in tutti i settori e in tutte le regioni del mondo, la Terra è destinata a superare la soglia di 1,5o C all’inizio del 2030.
Un “momento sismico” per il clima
Stephanie Roe, scienziata capo del WWF per il clima e l’energia e tra le autrici e gli autori del rapporto IPCC AR6, ha dichiarato: “Questa nuova pietra miliare della temperatura è un momento sismico per il clima. E coincide con il raggiungimento di un massimo storico anche per le emissioni globali di gas serra. Senza una considerevole riduzione delle emissioni nei prossimi anni, supereremo la soglia di 1,5o C a lungo termine nel prossimo decennio e dovremo affrontare sfide e costi ancora maggiori per riportare le temperature al di sotto di tale livello”.
“Prevenire ogni ulteriore aumento del riscaldamento è importante ora per le persone e la natura. Più le temperature aumentano, più estremi saranno gli impatti dei cambiamenti climatici e più alto sarà il rischio di punti critici e di impatti irreversibili sugli ecosistemi e sulle vite e i mezzi di sussistenza delle persone.
Trasformare le economie per il nostro futuro
“È fondamentale che i Paesi allineino rapidamente le loro politiche e i loro investimenti a ciò che è necessario per limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5o C. Ciò significa raggiungere il picco delle emissioni di gas serra nel prossimo anno e ridurle a livello globale di almeno il 43% entro il 2030. Per fare questo, l’azione per trasformare le economie, i sistemi energetici e alimentari, e per proteggere e ripristinare la natura deve avere una velocità e una scala senza precedenti. Le soluzioni sono già disponibili, serve solo la volontà di realizzarle in questo decennio critico.
“Gli investimenti sono la chiave per sbloccare l’azione per il clima e la natura. Il rapporto AR6 dell’IPCC ritiene che sia necessario aumentare i finanziamenti da 3 a 6 volte entro il 2030 per limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5o C. I Paesi devono aumentare significativamente i finanziamenti ora e lavorare per concordare un nuovo ambizioso obiettivo di finanziamento per il clima alla COP29”.
I dati sull’Italia a gennaio
L’Italia ha registrato il quinto gennaio più caldo dal 1800. La temperatura media è stata di 1,67 °C superiore al periodo di riferimento 1991-2020. Per maggiori informazioni il sito isac.cnr >