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Dopo la morte dei tre orsi in Abruzzo il WWF chiede gli “Stati Generali”

Trascorso il momento della tristezza per una specie simbolo che sempre più rischia di essere cancellata dalla faccia della terra dall’incuria e dalla approssimazione con cui l’uomo gestisce le aree montane nella quale il plantigrado vive, è giunto…

Trascorso il momento della tristezza per una specie simbolo che sempre più rischia di essere cancellata dalla faccia della terra dall’incuria e dalla approssimazione con cui l’uomo gestisce le aree montane nella quale il plantigrado vive, è giunto il momento di agire.
Davanti a una situazione di eccezionale gravità servono provvedimenti eccezionali che consentano agli ultimi orsi marsicani presenti nel nostro territorio di vivere e riprodursi in tranquillità per un numero di anni sufficiente a mettere la specie in sicurezza.
 Provvedimenti che vanno adottati con urgenza agendo con decisione.
 
Il WWF torna a chiedere la convocazione dagli Stati Generali sull’Orso con la partecipazione di tutti i soggetti competenti, a cominciare dal Ministero dell’Ambiente, dalle Regioni e dalle aree protette, insieme ai rappresentanti del mondo scientifico e dell’associazionismo. Una convocazione da fare in tempi rapidissimi perché siamo già in una situazione di assoluta emergenza.
 
Il WWF chiede inoltre, come primo e immediato provvedimento, che i prefetti competenti dispongano un immediato e aggiornato censimento (con relativa messa in sicurezza) di tutte le strutture potenzialmente pericolose presenti nell’areale dell’orso, non solo nel territorio dei parchi, e ribadisce al riguardo la propria disponibilità a contribuire, anche economicamente, come già comunicato al Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo sabato scorso durante la presentazione a Pescara del Check-up WWF su Parchi nazionali e Aree Marine Protette.
 
“Per la salvezza dell’orso – dichiara il Delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio – ogni giorno è prezioso. Chiediamo al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa di farsi carico di questa situazione di allarme rosso agendo con determinazione e rapidità. Appena dopo la scoperta dell’ultimo drammatico incidente abbiamo parlato di guardarci negli occhi e di riflettere: se davvero si vuole salvare una specie simbolo dell’Abruzzo, dell’Appennino centrale e del Paese tutto non possiamo nasconderci dietro cavilli burocratici o perderci dietro piccoli interessi locali. Non basta appellarsi ai Parchi e confidare nella sola protezione delle aree tutelate. Occorre fare di più e farlo subito”.

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