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Abruzzo, grave incendio in uno stabilimento chimico

Nella val Pescara, come il WWF denuncia dal 2008, non si respira aria buona. I limiti di legge per quanto riguarda le emissioni non garantiscono la possibilità di vivere in ambiente salubre

WWF: necessari controlli periodici

Un grave incendio si è sviluppato la sera del 30 settembre in uno stabilimento chimico a Scerne di Pineto . L’azienda, non lontana dal centro abitato di Chieti e Chieti Scalo, produce materie plastiche che, una volta bruciate, producono diossine. Inquinanti organici persistenti che permangono nell’ambiente per anni. Scuole e Università sono state chiuse, vista la vicinanza con i centri abitati.

“Siamo alle solite – sottolinea la presidente del WWF Chieti-Pescara – ci domandiamo perché accadano questi eventi, perché non abbia funzionato il sistema antincendio di cui queste strutture devono obbligatoriamente essere dotate. Sono necessari controlli preventivi e periodici che vanno sollecitati, nell’interesse della collettività e delle aziende stesse.
Le indagini stabiliranno eventuali responsabilità ma resta il fatto che i problemi creati sono immensi: se pure non apriamo le finestre e non consumiamo alimenti potenzialmente contaminati, scuole e Università sono state chiuse, creando non poche difficoltà”

In attesa dei rilevamenti dell’Arta

Si attendono i rilevamenti delle centraline installate ultimamente dall’ARTA, ma sappiamo bene che i fumi prodotti da questi incendi non sono certo benefici e anche se i limiti di legge potrebbero non essere stati superati con un’esposizione inferiore alle 4 ore, è necessario considerare a quanti altri inquinanti giornalieri siamo esposti che si addizionano a quelli degli eventi eccezionali. Nella vallata, come il WWF sottolinea dal 2008, non si respira aria buona. I limiti di legge per quanto riguarda le emissioni, non garantiscono la possibilità di vivere in ambiente salubre.

Il Comune di San Giovanni teatino ha affidato al Laboratorio di Fisica-Chimica dell’Atmosfera e Climatologia diretto dal Prof. Piero Di Carlo dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, una campagna di misurazione per circa due mesi, finalizzata alla ricerca dell’origine di emissioni odorigene sgradevoli, segnalata da alcuni residenti. Ebbene dai risultati raccolti si evidenzia come “la presenza – in particolare – di xilene e toluene, tipico idrocarburo associabile al bitume, dannoso per la salute umana (così riportato nella relazione) sono dominate da attività industriale”.

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