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Eolico attorno al Duomo di Orvieto

A Tuscania e a Orvieto è imminente il rischio che si realizzino due progetti di impianti eolici inaccettabili perché troppo invasivi e collocati nel posto sbagliato. I progetti eolici che impegneranno le prospettive intorno alla chiesa di san…

A Tuscania e a Orvieto è imminente il rischio che si realizzino due progetti di impianti eolici inaccettabili perché troppo invasivi e collocati nel posto sbagliato.
I progetti eolici che impegneranno le prospettive intorno alla chiesa di san Pietro a Tuscania e il Duomo di Orvieto minacciano di stravolgere paesaggi pregiati, alterandone fortemente la percezione sociale e compromettendone la bellezza e il paesaggio che le circonda. Le due chiese sono capolavori identitari della storia e della cultura del nostro Paese.

Tra le conseguenze inevitabili, ci sarebbe anche il prevedibile e irreparabile danno che l’alterazione del paesaggio comporterebbe all’attrattività culturale e turistica delle due aree che in essa hanno avuto sinora un importantissimo fattore di sviluppo economico. Troppi e troppo gravi sono le conseguenze negative di questi progetti perché il Mibact e le Regioni Lazio e Umbria, e tutti coloro che hanno a cuore le meraviglie del territorio italiano, non facciano quanto necessario per annullarne la realizzazione.

A Tuscania e a Orvieto non è in discussione il tema degli impianti eolici in quanto tali, bensì un grave esempio di mancata armonizzazione tra le tutele che derivano dagli articoli 9 e 32 della Costituzione.
I casi di Tuscania e Orvieto rimandano senz’altro alla necessità di una più ampia riflessione sulla normativa di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio italiano, troppo spesso disattesa.

Esiste tuttavia un’emergenza qui e ora, un rischio concreto e imminente corso da due dei luoghi più belli d’Italia, che va affrontato e risolto con urgenza anche in nome della Costituzione italiana, della Convenzione Europea del Paesaggio e dell’importanza che il paesaggio storico-artistico riveste nella dimensione identitaria di territori e comunità umane, riprendendo anche quanto richiamato dal sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni.

Le associazioni firmatarie, pur nella diversità delle posizioni sul tema delle energie rinnovabili, chiedono con forza che questi due progetti vengano bloccati. Sono progetti inopportuni, comunque li si voglia considerare, privi di rispetto per le radici della nostra cultura e della nostra storia.

Va ribadito chiaramente che l’unione delle associazioni su questo tema specifico non equivale a un cedimento dell’una o dell’altra parte riguardo alle valutazioni generali sul rapporto tra l’eolico industriale e i valori del paesaggio identitario.

Questo è il forte appello congiunto che viene lanciato al Mibact e alle Regioni Lazio e Umbria perché adottino gli strumenti necessari per impedire senza altro indugio i progetti eolici di Tuscania e Orvieto, salvando l’identità di questi splendidi luoghi. Chiediamo che finalmente il Paese si doti di strumenti normativi certi per regolare il rapporto tra impianti per le energie rinnovabili e il territorio, in modo che le vicende di Tuscania e Orvieto siano l’occasione per trovare finalmente l’auspicabile e giusta conciliazione tra le preziose esigenze del paesaggio e della biodiversità e le preoccupazioni altrettanto legittime riguardanti la questione climatica.

Le associazioni Amici della Terra, AssoTuscania, CTS, Comitato per la Bellezza, FAI, Italia Nostra, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness, Pro-Natura, Forum Salviamo il Paesaggio, Touring Club Italiano, WWF.

Energie alternative? il dubbio talvolta c’è: un articolo di Andrea Ferraretto sul tema

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