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Fauna selvatica dimezzata, i governi raddoppino gli sforzi

Il report sullo stato delle iniziative a tutela della biodiversità dimostra che è necessaria un’azione seria per ridurre le pressioni sui sistemi naturali e prevenire il declino costante della fauna selvatica. E’ il commento del WWF il merito…

Il report sullo stato delle iniziative a tutela della biodiversità dimostra che è necessaria un’azione seria per ridurre le pressioni sui sistemi naturali e prevenire il declino costante della fauna selvatica. E’ il commento del WWF il merito al rapporto diffuso ieri  in occasione dell’apertura della Convenzione sulla Diversità Biologica a Pyeongchang, in Corea del Sud e che si chiuderà il 17 ottobre.
Per il WWF  la quarta edizione del Global Biodiversity Outlook  mostra come si siano ottenuti alcuni risultati per raggiungere gli obiettivi globali per la protezione della biodiversità ma che nella maggior parte dei casi, questi progressi non siano sufficienti senza ulteriori azioni urgenti.  

Nell’ambito della Conferenza il WWF chiede di espandere le aree protette per garantire la salvaguardia aree  naturali e fauna selvatica. L’accento dovrebbe essere posto sui sistemi costieri, soprattutto quelli che garantiscono la sopravvivenza e la sicurezza alimentare delle popolazioni locali. Il WWF chiede inoltre ai governi di concentrare gli sforzi per fermare  la deforestazione e impedire ulteriori perdite di habitat.
“I governi devono potenziare gli sforzi per mantenere la loro promessa di rafforzare la protezione della natura entro il 2020,” ha dichiarato Isabella Pratesi responsabile del Programma di Conservazione Internazionale del WWF Italia. “La Convenzione sulla Diversità biologica, gli stati parte e tutti gli organismi interessati non possono permettersi di fallire. Questo incontro deve abbattere le barriere che ostacolano la volontà e le risorse necessarie a proteggere quel poco che resta del nostro mondo naturale.”

Nel 2010, le parti interessate alla Convenzione sulla diversità biologica hanno adottato un piano strategico e i cosiddetti  Aichi targets, 20 punti per arginare la perdita di habitat e specie entro il 2020. Secondo il Global Biodiversity Outlook gli obiettivi di ridurre l’impatto umano sulle barriere coralline e altri ecosistemi colpiti dai cambiamenti climatici o l’acidificazione degli oceani non saranno raggiunti entro il 2015.
La scorsa settimana, il Living Planet Report 2014 del WWF ha rivelato che le popolazioni di fauna selvatica a livello mondiale sono diminuite in media del 52% in 40 anni, dal 1970. La perdita maggiore è per le specie d’acqua dolce, dimezzate quasi del doppio rispetto alle specie di terra e marine, con i casi più gravi nelle regioni tropicali, a partire dall’America Latina, la più impoverita di specie di acqua dolce.  

Le grandi minacce per la biodiversità provengono dagli effetti combinati di perdita di habitat e degrado. Anche lo sfruttamento della fauna selvatica e i cambiamenti climatici incidono negativamente sulla ricchezza di vista sulla terra. In questi giorni il WWF Italia ha lanciato una grande campagna nazionale “Stop ai crimini di natura-da che parte stai?” con cui si chiede l’aiuto di tutti i cittadini per fermare il commercio illegale mondiale di specie protette, un dramma che quotidianamente si consuma ai danni di elefanti, rinoceronti, tigri e altre specie del pianeta e che alimenta guerre, terrorismo per un giro di affari illegale di oltre 23 miliardi di dollari.   
“Il valore dato agli  elementi fondamentali – il mare, l’acqua, le foreste – è pari a zero nei bilanci dei governi”  –  ha continuato Isabella Pratesi – “Passiamo dall’apatia al panico quando quegli stessi sistemi naturali si danneggiano rivelando così i costi economici e sociali della perdita di biodiversità. Abbiamo bisogno di investire nelle nostre infrastrutture naturali prima che queste si perdano irrimediabilmente”.

Il Living Planet Report e il Global Biodiversity Outlook evidenziano i cambiamenti drammatici subiti dalla natura, sia sulla terra che in acqua. In uno scenario di rapido sviluppo delle società è fondamentale integrare gli obiettivi di biodiversità con quelli nazionali tesi a combattere la povertà, a garantire la sicurezza alimentare, l’acqua, la salute e l’energia. I governi, invece, continuano a lavorare contro i propri interessi, fornendo agevolazioni fiscali e sussidi per i programmi di distruzione della natura”, ha concluso  Isabella Pratesi. “Abbiamo bisogno di aggiornare e fornire piani nazionali, con almeno il doppio dei finanziamenti internazionale per la natura, e mettere in atto incentivi finanziari per proteggere la natura per le società che vogliamo costruire “.

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