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Fermare il commercio di avorio

Alla vigilia di una conferenza mondiale cruciale per intervenire con decisione e fermare il commercio illegale di natura, WWF e TRAFFIC esortano il primo ministro Thailandese a vietare del tutto il commercio dell’avorio nel Paese che nelle prossime…

Alla vigilia di una conferenza mondiale cruciale per intervenire con decisione e fermare il commercio illegale di natura, WWF e TRAFFIC esortano il primo ministro Thailandese a vietare del tutto il commercio dell’avorio nel Paese che nelle prossime settimane ospiterà le delegazioni dei governi di tutto il mondo per la conferenza delle parti della CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), da domani fino al 14 marzo a Bangkok.

 Il discorso di apertura del primo ministro, la politica e donna d’affari Yingluck Shinawatra, sarà il momento chiave che indirizzerà e indicherà al mondo intero il tono che prenderanno i negoziati. E sarà pronunciato sotto gli occhi di più di un milione di persone che in tutto il mondo, guidati da WWF e Avaaz, stanno firmando la petizione globale per chiedere di vietare il commercio di avorio in Thailandia e fermare il massacro di circa 30.000 elefanti africani uccisi ogni anno solo per alimentare la domanda di gioielli, souvenir, bigiotteria e sculture religiose in avorio. Nei giorni scorsi, il primo ministro ha detto che avrebbe tenuto la petizione “in considerazione”. Si firma ancora fino al 14 marzo su www.wwf.it/stopavorio.

 La Thailandia è oggi uno dei più grandi mercati dell’avorio non regolamentati al mondo. Un appello decisivo alla riforma di questa norma e alla giusta regolamentazione del mercato da parte del primo ministro potrebbe aggiungere un tassello fondamentale alla lotta contro il commercio illegale di avorio a livello globale. Invito ribadito anche dall’attore di Hollywood e attivista Leopardo di Caprio, che si è unito all’azione del WWF.

 “Il ministro Shinawatra ha la grande opportunità di contribuire a fermare il drammatico fenomeno del bracconaggio degli elefanti e dimostrare la leadership della Thailandia nel combattere la criminalità legata al commercio di natura selvatica – ha detto Massimiliano Rocco, responsabile Specie, TRAFFIC e Foreste del WWF Italia – La Thailandia può continuare ad essere uno dei maggiori  responsabili del traffico illegale oppure diventare un campione per la conservazione e la legalità. E i Governi di tutto il mondo compresa l’Italia, firmataria della CITES e uno dei più grandi mercati di wildlife, possono e devono giocare un ruolo chiave per fermare questo drammatico fenomeno internazionale, prendendo le decisioni giuste e partecipando seriamente al confronto per ridurre la domanda di prodotti provenienti da specie in via di estinzione, rafforzare la legislazione, aumentare i controlli e le sanzioni, non vanificando con una applicazione superficiale gli impegni presi ”

L’appello per vietare il commercio di avorio in Thailandia arriva mentre WWF e TRAFFIC stanno chiedendo ai governi riuniti nella conferenza CITES di promuovere le giuste sanzioni per quei Paesi che alimentano il commercio illegale di specie selvatiche. Negli ultimi anni il bracconaggio ha raggiunto livelli di crisi ed è la principale minaccia di specie carismatiche e iconiche come elefanti, rinoceronti e tigri. I Paesi maggiormente coinvolti nel commercio illegale di avorio includono la Tailandia, la Nigeria e la Repubblica Democratica del Congo (DRC).

 La Thailandia, la Nigeria e la RDC hanno più volte fallito nell’affrontare e legalizzare i loro crescenti mercati nazionali di avorio nonostante le regole CITES abbiano messo fuori legge la vendita non regolamentata di avorio. In base alle regole del trattato, gli stati membri della CITES possono chiedere che le parti interrompano il commercio con paesi non-allineati rispetto alle  35.000 specie incluse nelle appendici della la convenzione, dal legname alle pelli di pitone fino alle lane pregiate.

 “In Thailandia i criminali approfittano della legge che consente la vendita di avorio proveniente da elefanti thailandesi per riciclare massicce quantità di avorio africano illegale nei negozi locali. E purtroppo molto di questo avorio viene acquistato da turisti stranieri in visita in quel paese” continua Massimiliano Rocco del WWF Italia.

 Il WWF Italia è direttamente impegnato nel contrasto al commercio illegale di natura, dai traffici di animali da compagnia alle pelli di rettile o lane pregiate, con un particolare sostegno al  Cuore verde dell’Africa, il bacino del Congo, dove la deforestazione unita all’aumento della caccia e al commercio illegale sta portando all’estinzione di specie simbolo come i gorilla e gli elefanti di foresta e di molte altri animali meno noti ma fondamentali per la sopravvivenza della foresta e delle sue comunità.

 Su Twitter segui la campagna con  #stopavorio e sul profio @wwfitalia. Su Facebook seguici nella pagina WWFitalia.

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