Un weekend all’insegna dell’ambiente: le due Giornate mondiali, Foreste e Acqua che l’Onu ha indetto rispettivamente per il 21 e il 22 marzo, sono per il WWF un’occasione per riflettere sullo stretto legame che unisce sotto il segno del clima gli ambienti forestali e le risorse idriche del nostro pianeta.
Al cambiamento climatico è anche dedicato il prossimo evento del WWF – l’Ora della Terra / Earth Hour – la più grande mobilitazione globale che torna sabato 28 marzo dopo aver coinvolto l’anno scorso, come in tutti gli anni recenti (la prima edizione è del 2007) milioni di cittadini, istituzioni, imprese. L’azione sul cambiamento climatico vedrà una tappa importante proprio quest’anno in cui si deve chiudere il negoziato dell’ONU per un accordo globale, a Parigi in dicembre nella COP21.
Per la Giornata delle Foreste il WWF ha anche preparato una campagna virale sui Social con vignette, grafici e immagini delle foreste più belle del pianeta, da condividere con #forestday
La Terra è un meraviglioso Pianeta Blu e solo il 2,5% delle acque è raccolta nei continenti: di questa la gran parte è custodita dai ghiacci. Rimane, prezioso oro liquido, un minuscolo 1% che scorre e pulsa tra fiumi, sorgenti, falde e laghi. Molti grandi serbatoi di acqua cosiddetta continentale affondano le proprie radici in grandi ecosistemi forestali: uno per tutti la foresta amazzonica con i suoi 100.000 km di corsi d’acqua, che custodisce e rigenera quasi il 20% dell’acqua dolce che si riversa nei nostri mari. E’ difficile definire un confine tra foreste e acque: le foreste producono, raccolgono, alimentano l’acqua così come l’acqua dà vita alla foreste e ne mantiene nel tempo i complicati ed affascinanti equilibri. Senza acqua non ci sarebbero molte delle grandi foreste, senza foreste non ci sarebbe molta dell’acqua a cui attingiamo.
Quando distruggiamo le foreste intacchiamo pesantemente il loro importante ruolo nel ciclo dell’acqua e nei sistemi idrogeologici rafforziamo la portata e l’intensità delle alluvioni, dei dissesti, della desertificazioni e della siccità. E’ come una delicata catena che, se spezzata, produce devastazioni con un effetto a domino sia su scala locale (disastri ambientali) sia su scala globale (cambiamento climatico).
Le foreste sono le nostre alleate anche per combattere il cambiamento climatico
Aiutano a regolare il clima assorbendo enormi quantità di Co2.
Circa 1,31 miliardi di ettari di superficie forestale (circa un terzo di tutta la copertura forestale mondiale) viene classificata come territorio forestale intatto (Intact Forest Landscapes, www.intactforests.org) ; di questi il 50% si trova nelle aree polari e con regimi climatici nevosi , il 46% nelle aree equatoriali e il 3% nelle zone temperate. Circa 1 e 600 milioni di persone al mondo sono supportati dagli ambienti forestali del pianeta, 300 milioni vivono nelle foreste e, tra questi, vi sono ancora circa 60 milioni di individui che appartengono a diverse etnie minacciate di estinzione . La deforestazione e la degradazione degli ambienti forestali sono responsabili globalmente di circa il 10 % delle emissioni di gas serra. La lotta alla deforestazione deve diventare un obiettivo prioritario se vogliamo combattere il cambiamento climatico. Più tardi interveniamo, più si allontana la probabilità di ridurre gli impatti del clima sugli habitat e sulle specie così come le conseguenze per l’umanità intera . Contrastare i processi alla base dei processi di deforestazione deve avvenire anche combattendo il commercio illegale di legname, carta, polpa applicando puntualmente e correttamente le normative come la Eu Timber Regulation con un controllo del mercato, in particolare in un paese come l’Italia tra i primi mercati al mondo di legnami tropicali, carta e il primo mercato al mondo in assoluto di legna da ardere con una crescita esponenziale nelle importazioni di pellet e cippato.
ALPI, SERBATOIO D’ACQUA PER L’EUROPA
Il legame stretto tra foreste, clima e acqua è ben evidente in un’area cruciale per il continente europeo: la catena montuosa alpina che svolge un ruolo fondamentale una delle risorse più preziose, l’acqua dolce, immagazzinata dai ghiacciai e trattenuta nelle falde grazie alle pendici boscose diventando un bene comune per milioni di persone. Le Alpi, infatti, sono la più grande riserva d’acqua dolce d’Europa, un enorme serbatoio naturale, sebbene i grandi bacini idrici siano localizzati prevalentemente al di fuori della catena montuosa. Il bacino del Po, che raggiunge le coste dell’Adriatico, prende vita dalle catene alpine, i castelli incantati della Valle del Reno in Germania si specchiano su un fiume che nasce proprio nella catena alpina, così come le industrie della Ruhr in Germania si alimentano grazie alle sorgenti alpine distanti quasi mille chilometri; e ancora il fiume Rodano che attraversa la Svizzera e poi la Francia, ha visto nascere nei secoli città importanti come Losanna, Ginevra, Lione e sfocia nel Mediterraneo dando vita alla Camargue, l’immenso delta fluviale tra i più importanti al mondo. L’Effetto Alpi arriva ancora più lontano se si pensa al Danubio, che prende vita dalle catene orientali: il secondo fiume più lungo d’Europa è un vero e proprio ‘ponte d’acqua’ verso l’est e sfocia anch’esso in un delta naturale nel Mar Nero di incredibile ricchezza e bellezza. L’acqua dolce dei ghiacciai alpini si mescola a migliaia di chilometri di distanza con quella salata del Mediterraneo o del Mar del Nord. Eppure questo insieme meraviglioso e necessario è tra gli ecosistemi più intensamente sfruttati al mondo, a partire dai fiumi: di quelli alpini il 90% ha perso il proprio stato naturale. Inoltre, con il riscaldamento globale, è probabile che il ciclo idrico nelle zone di montagna si intensificherà, cambiando la frequenza e l’intensità delle alluvioni e dei periodi di siccità. Inoltre, con la fusione dei ghiacciai e della copertura neve e ghiaccio, la fornitura idrica per miliardi di persone non potrà più essere garantita, determinando grave stress idrico grave e conflittualità.