Abituati a parlare di Oasi WWF di grandi estensioni, ricche di mammiferi e uccelli, parlare dei 15 ettari dell’Oasi Affiliata “Forteto della Luja” può sembrare riduttivo. Ma se qualcuno, come il sottoscritto, ha avuto la fortuna di visitarla, potrà ricredersi. Innanzitutto perché la fattoria, in Comune di Loazzolo, al centro dei vigneti preziosi dell’Asti Spumante, è un vero piccolo gioiello.
La famiglia Scaglione, che la possiede da generazioni, ha il culto della biodiversità: antiche varietà di piante da frutto, asini pazienti e un Giardino delle Farfalle popolato anche da lucertole e uccellini. Il vicino Bosco della Luja, in pieno paesaggio delle Langhe amate da Cesare Pavese, offre roverelle e ornielli, pini silvestri e ginestre, ciliegi selvatici e castagni che si aprono in scoscese radure di prato arido dove fioriscono orchidee selvatiche e volano farfalle, averle e tottaville.
Ma oltre ai richiami di una natura collinare tappezzata di vigneti (inseriti nel 2014 nei siti Unesco del Patrimonio dell’Umanità) l’attrattiva più appetitosa è offerta dalla degustazione del magnifico moscato passito di vendemmia tardiva di Loazzolo, la più piccola DOC d’Italia, che accompagnato da una robiola prodotta a poca distanza da una ex consigliera del WWF, Claudia Gaboardi Mazzucchetti, forma un duetto di incomparabile sapore.
È la prima volta, lo ammetto, che mi sono deciso di parlare, oltre che dei valori dei paesaggi e della biodiversità, di quelli del gusto e della gastronomia. Ma le suggestioni dell’Expo milanese con i suoi continui richiami all’alimentazione tradizionale distillata nei secoli, mi hanno convinto a illustrare, a beneficio dei nostri soci e sostenitori, una delle maggiori ricchezze del nostro Paese: quella dei prodotti agricoli di alta qualità che il WWF è orgoglioso di proteggere come l’Oasi di Forteto della Luja.