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Fuori i combustibili fossili dal Recovery and Resilience Fund

I combustibili fossili non hanno posto nella ripresa dell’UE dalla pandemia, provocata dal Covid-19: lo ha stabilito la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo che ieri ha votato per escludere carbone, petrolio e gas dalla Recovery and Reslience Facility,…

I combustibili fossili non hanno posto nella ripresa dell’UE dalla pandemia, provocata dal Covid-19: lo ha stabilito la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo che ieri ha votato per escludere carbone, petrolio e gas dalla Recovery and Reslience Facility, dal Fondo per la Ripresa e la Resilienza (FRR) dell’UE da 672,5 miliardi di euro – la quota più consistente dello strumento Next Generation EU. In questo modo, la Commissione ha inviato un chiaro messaggio su quale impostazione debba avere una ripresa sostenibile alle Commissioni Affari Economici e Bilancio del stesso Parlamento europeo, capofila nel definire la posizione generale dell’Assemblea di Strasburgo sul fondo per la ripresa dell’Europa e che si stanno preparando a votare il dossier nelle prossime settimane.
 
La Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha compiuto ieri altri passi significativi verso un futuro più verde, in coerenza con i criteri della tassonomia UE* per sostenere solo le attività che questa considerate “sostenibili, come l’energia rinnovabile, e coerenti con il rispetto del principio europeo “do no harm” (non nuocere)”. La Commissione Ambiente ha sostenuto che debbano essere i criteri della tassonomia a guidare quel 37% dei fondi che ritiene debba essere destinata al clima, insieme al 10% per la biodiversità. 
 
Gli eurodeputati della Commissione Ambiente  dell’Europarlamento hanno anche votato per chiedere alle aziende ad alte emissioni di CO2, che  beneficino dei finanziamenti dello FRR, di pubblicare piani di transizione per allinearsi all’Accordo di Parigi sul Clima.
 
La Commissione europea aveva inizialmente proposto un obiettivo di spesa del 25% solo per il clima e a luglio i leader dell’UE hanno deciso un piccolo incremento portandolo al 30%. Nonostante si parli molto di una ripresa “verde”, né la Commissione, né il Consiglio europeo hanno escluso i combustibili fossili dai finanziamenti per la ripresa.
 
Sébastien Godinot, economista presso l’Ufficio Politiche Europee  del WWF, ha dichiarato:
“Il WWF plaude agli eurodeputati della Commissione Ambiente che hanno fermamente respinto il tentativo di  greenwashing degli Stati membri della UE e della Commissione Europea. I cittadini europei vogliono una ripresa economica equa e verde, e i combustibili fossili non devono aver posto nel rilancio dell’Europa. Gli eurodeputati delle Commissioni del Parlamento Europeo degli Affari economici e Bilancio devono seguirne l’esempio”.
 
Dopo il parere espresso in sede consultiva dalla Commissione Ambiente, le due commissioni europarlamentari referenti, Affari economici e Bilancio, voteranno sul FFR all’inizio di novembre, seguite dal voto in plenaria del Parlamento Europeo. A questo punto, la Commissione Ambiente potrà ripresentare i propri emendamenti, se lo riterrà necessario.
 
Poco dopo la votazione in plenaria inizieranno le discussioni a tre “trilogo” tra Commissione, Parlamento e Consiglio europei per definire conclusivamente il pacchetto per la ripresa e il Bilancio pluriennale 2021-2027.
 
*La tassonomia UE degli investimenti sostenibili è un sistema di classificazione innovativo che consente di valutare se un’attività economica sia sostenibile,  consentendo così di contrastare il rischio di  greenwashing nei prodotti finanziari.

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