Nella Giornata Mondiale del Suolo, il WWF accende i riflettori su uno degli habitat più devastati, ovvero, le sponde e le aree lungo i fiumi. Negli ultimi 50 anni abbiamo perso una superficie complessiva pari a circa 2.000 campi da calcio. La distruzione degli ambienti ripariali si somma al danno dovuto agli sbarramenti artificiali presenti in tutto il sistema fluviale italiano, almeno 11.000 tra dighe, briglie e traverse di cui gran parte obsolete.
I dati Ispra
Secondo il rapporto ISPRA 2024 “l’8,6% della superficie edificata nazionale (46.436 ettari) ricade in area a pericolosità da frana”. La situazione è preoccupante anche per quanto riguarda la pericolosità idraulica visto che il “12,9% delle aree edificate (69.743 ettari) ricade in aree a pericolosità idraulica media, con un massimo del 63% (33.261 ettari) in Emilia-Romagna“, seguito a distanza dal Veneto con 7087 ettari di aree edificate.
Il rapporto ISPRA analizza anche le fasce lungo i corpi idrici evidenziando molto chiaramente come una delle principali cause dei danni dovuti alle alluvioni è proprio il consumo di suolo. In particolare il consumo di suolo in Emilia Romagna evidenzia tutta la vulnerabilità territoriale della Regione. Di fronte ai cambiamenti climatici, questa regione è esposta a rischi inaccettabili, che si manifestano con alluvioni devastanti e sempre più frequenti che si sono ripetute con tragica puntualità in questi ultimi anni.
I vantaggi di liberare i fiumi
Stiamo rendendo il nostro territorio fluviale sempre più fragile ed esposto agli eventi estremi e gli interventi finora adottati vanno in senso contrario a quanto indicato dal Regolamento europeo sul Ripristino della Natura (Nature Restoration Law) che impone agli Stati membri di riqualificare almeno 25.000 km di fiumi europei entro il 2030. Questo rappresenterebbe un’importante inversione di tendenza verso il ripristino, la rinaturazione e la rivitalizzazione delle nostre acque.
Se i fiumi vengono liberati e si permette loro di seguire il corso naturale, è possibile limitare gli effetti degli eventi climatici disastrosi come inondazioni e la siccità: questi habitat, infatti, sono capaci di assorbire l’acqua in eccesso durante i periodi di piogge abbondanti. Possono inoltre reintegrare le acque sotterranee attraverso un lento rilascio durante i periodi di siccità. Mitigare l’impatto degli eventi estremi causati dal cambiamento climatico è essenziale per tutelare maggiormente vite umane e limitare i costi per la ricostruzione.
Nel nuovo report del WWF Rivers2Restore si sollecita un’azione immediata per riportare i fiumi europei al loro stato naturale. Nel Report sono stati selezionati 11 progetti in tutta Europa. Se realizzati, potrebbero ripristinare 2.200 km di fiumi, contribuendo così al raggiungimento di quasi il 10% dell’obiettivo della Strategia Europea sulla Biodiversità.
Aspettando la legge
Governo e Parlamento discutono di una legge sul consumo del suolo dal 2012. Nel frattempo la Commissione Europea nel 2021 ha approvato la nuova Strategia europea per il suolo al 2030. L’intervento del legislatore nazionale è quindi ancora più urgente.
La legge italiana dovrebbe muoversi in una logica di “bilancio zero del consumo del suolo” stimolando il recupero delle aree già occupate e degradate. Nelle sole aree urbane si potrebbe intervenire su oltre 310 Km quadrati di edifici non utilizzati (una superficie pari all’estensione di Milano e Napoli).
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“I decisori politici dovrebbero mostrare l’ambizione necessaria per rendere questi progetti una realtà per la natura, per le persone e per un’Europa più resiliente ai cambiamenti climatici e alla gestione della risorsa idrica”, ha dichiarato Isabella Pratesi, Direttore Conservazione di WWF Italia – Ripristinare la forma naturale, gli habitat e il corso dei fiumi non significa solo proteggere la natura, ma anche proteggere noi stessi. I fiumi in buone condizioni morfologiche ed ecologiche svolgono un ruolo vitale nel mitigare le inondazioni, prevenire la siccità e sostenere la biodiversità. Sono anche essenziali per lo sviluppo dell’economia, delle attività ricreative e per garantire acqua pulita necessaria alla vita e alle attività produttive”.
Le richieste del WWF per i fiumi
Il WWF chiede ai Governi Nazionali di includere i progetti Rivers2Restore nei piani nazionali di ripristino. Importante poi facilitare le autorizzazioni, garantire i finanziamenti e aumentare gli sforzi di ripristino dei fiumi oltre questi progetti. Al livello europeo il WWF ha anche inviato delle richieste alla Commissione per sostenere e incoraggiare i governi nazionali per dare priorità al ripristino dei fiumi, anche istituendo un fondo per il ripristino della natura. Inoltre, ha chiesto Piani di Ripristino nazionali ambiziosi.