Ambienti ad alto rischio
WWD #WorldWetlandsDay
Lagune, fiumi, stagni, laghi, paludi, specchi d’acqua dolce o salmastra: il 2 febbraio, World Wetlands Day, il mondo richiama l’attenzione sulla loro ricchezza in termini di biodiversità e fondamentali per i numerosi servizi che assicurano il nostro benessere, tra cui la regolazione del clima. Le ‘wetlands’ sono infatti essenziali per la nostra sopravvivenza e il nostro benessere, grazie ai tanti benefici: sono serbatoi di carbonio e contrasto al cambiamento climatico, depurano le acque, proteggono dalle inondazioni, la vegetazione fornisce fibre e materiali, garantiscono cibo, e ospitano migliaia di specie, soprattutto pesci e uccelli. La data ricorda l’adozione della Convenzione omonima per la loro tutela, firmata il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar. Ma si tratta di ambienti ancora a rischio: più dell’80% delle zone umide nel mondo è scomparso dal 1700. Solo dal 1970 ad oggi abbiamo perso oltre il 35% delle wetlands.
Ciò che resta diventa quindi ancora più prezioso e va salvaguardato o ripristinato con ogni mezzo: la biodiversità di questi ambienti si sta estinguendo al ritmo del 4% ogni dieci anni contro l’1% per gli ambienti marini e terrestri.
Italia penisola speciale per i migratori
Le aree umide sono il luogo ideale per anatre selvatiche, uccelli limicoli, spatole, che migrano dai paesi più freddi per ‘svernare”. In questi anni si stanno osservando variazioni sia nelle rotte migratorie che nei periodi di permanenza degli uccelli, probabilmente a causa del cambiamento climatico: specie che prima raggiungevano il centro Africa per trascorrere i periodi più freddi utilizzando la nostra penisola come ‘ponte’ di sosta, tendono a restare: accade per gli assioli, piccoli uccelli notturni simili a civette, per i cavalieri d’Italia, trampolieri eleganti, e persino per le rondini. Si tratta di un trend che va osservato negli anni per verificarne la reale portata. Inoltre, osservazioni con numeri record di fenicotteri si sono verificate negli stagni costieri come Orbetello e Diaccia Botrona, ma sempre in Toscana si vede anche un aumento di specie cosiddette aliene, come l’ibis sacro (circa 3000). La salinizzazione eccessiva di alcune lagune poi riduce la presenza di specie più sensibili a questo fattore come le folaghe.
Tanti eventi nelle Oasi WWF
Dal nord al sud nelle Oasi WWF (la prima creata, quella di Burano in Toscana è un’area umida costiera) per tutto il weekend 2-4 febbraio sono previsti eventi speciali dedicati a questi ambienti:
- Nel Casale spagnolo di Orbetello, nell’omonima riserva WWF, il 2 febbraio percorso scientifico divulgativo per le scuole, il 3° seminario interattivo sul clima e la biodiversità
- Sabato 3 incontro conferenza al casale della Giannella di Orbetello (ore 16) sugli stagni costieri con l’Università di Firenze
- dal 3 al 4 febbraio, sempre in Toscana, nella Riserva naturale Lago di Sibolla inaugurazione della Mostra fotografica dedicata alle Zone Umide “Wonders in Wetlands”, passeggiata il 4 febbraio
- alla Riserva e Oasi WWF Lago di Serranella (CH), dal 2 al 4 febbraio tre giornate di incontri e attività alla scoperta dell’importanza delle zone umide per il benessere delle persone- – venerdì 2 – serata/ incontro alla scoperta delle wetlands e della loro biodiversità presso Cascina Romaa San Donato Milanese
- domenica 4 nell’Oasi del Bassone/Torbiere di Albiate in provincia di Como escursioni guidate in una delle ultime ‘torbiere’, ambienti particolarmente a rischio
- domenica 4 – Oasi Le Foppe, lungo l’Adda pulizia dei nidi artificiali presenti nell’area.
- domenica 4 – presso il Lago Mezzola/Pian di Spagna (vicino al Lago di Como) passeggiata naturalistica
- nello Stagno Didattico dei Giardini Margherita, nel cuore di Bologna, sabato 3 apertura straordinaria con visita guidata
- il 4 febbraio, il WWF Sicilia Nord Occidentale, in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide organizza una visita guidata al Gorgo di Rebuttone, zona umida temporanea a pochi km dalla città di Palermo.
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I progetti di tutela
La distruzione delle zone umide ha portato ad una drammatica perdita di biodiversità, ma ha anche ridotto o fatto perdere numerosi fondamentali servizi ecosistemici: depurazione delle acque, stoccaggio di carbonio e contrasto al cambiamento climatico, fornitura di cibo e fibre, protezione dalle inondazioni, come nel recente caso dell’alluvione in Toscana, in cui l’Oasi WWF Stagni di Focognano (Campi Bisenzio) ha contribuito ad accogliere grandi quantità di acqua e fango che avrebbero potuto apportare ingenti danni alla periferia di Firenze.
L’impegno WWF per le zone umide
Per ricreare piccole zone umide per favorire il ripristino di habitat naturali fondamentali per molte piante acquatiche rare, per invertebrati come libellule, coleotteri d’acqua dolce, molluschi, pesci anfibi. Il WWF ha coordinato, nell’ambito del progetto LIFE Gestire 2020, conclusosi nel 2023, la realizzazione di oltre di oltre 140 tra stagni, pozze di montagna, abbeveratoi come habitat riproduttivi per anfibi protetti come rana di Lataste, tritone crestato italiano, ululone dal ventre giallo e pelobate fosco insubrico.
Per favorire il ripristino di zone umide volte all’assorbimento di nutrienti provenienti dall’agricoltura o dalla zootecnia, in collaborazione con l’Università di Parma, è in corso un progetto per ridurre l’inquinamento da nutrienti in una delle aree più critiche della pianura padana tra il Mincio e l’Oglio.
Per ripristinare le zone umide perifluviali (lanche e rami laterali) il WWF, insieme ad ANEPLA, è stato promotore del progetto di rinaturazione de Po inserito nel PNRR che prevede il ripristino di ben 700 ettari di zone umide lungo il Po dal Piemonte al Delta.