Pandanews

Gli ambientalisti a tutela della fascia costiera in Sardegna

Nella mattinata di mercoledì 20 giugno, alla sede di via Roma del Consiglio regionale a Cagliari, le associazioni ambientaliste sono state ascoltate dalla Commissione IV Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità, in merito al Disegno di legge sull’urbanistica.…

Nella mattinata di mercoledì 20 giugno, alla sede di via Roma del Consiglio regionale a Cagliari, le associazioni ambientaliste sono state ascoltate dalla Commissione IV Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità, in merito al Disegno di legge sull’urbanistica.
In quell’occasione WWF, Legambiente, Gruppo di intervento giuridico e Fai hanno detto “no” a qualsiasi incremento volumetrico nella fascia dei 300 metri, bocciando l’articolo 31 del ddl sull’urbanistica, che prevede i bonus di aumento fino al 25% delle strutture turistiche. 
 
“Il WWF, in questa occasione, – ha dichiarato Carmelo Spada, il delegato Wwf per la Sardegna – ha ribadito la propria posizione sul DDL urbanistica, rimarcando le comunicazioni contraddittorie ricevute dalla Commissione consiliare e sottolineando come il testo sul quale è stato chiesto di esprimere le osservazione sia, nei fatti, superato”.
 
L’associazione del panda ha affermato poi che l’inurbamento delle coste della Sardegna, dal 1946 al 2011, è quintuplicato. Questo fenomeno edilizio ad uso abitativo nei Comuni costieri sardi è diventato un vero e proprio problema politico-istituzionale, oltre che urbanistico. Il Wwf ha sottolineato, poi, che il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) del 2006 stabilisce di tutelare e valorizzare il paesaggio costiero attraverso l’inedificabilità di quei territori “…compresi in una fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia anche se elevati sul mare e per le isole minori nei 150 metri” riconoscendone così “…i caratteri, le tipologie, le forme e gli innumerevoli punti di vista del paesaggio sardo, costituito dalle interazioni della naturalità, della storia e della cultura delle popolazioni locali, intesi come elementi fondamentali per lo sviluppo”. Gli unici interventi previsti sono rivolti alla conservazione, gestione e valorizzazione dei beni paesaggistici.
 
Con un riferimento al “Documento di Alghero sulla tutela delle coste della Sardegna” (17 lu-glio 2017), il WWF ha chiesto profonde modifiche al DDL 409/2017 con la conferma delle tutele e delle misu-re della LR n. 8/2004 e del PPR.
In particolare, l’eliminazione degli articoli 29, 30 e 31 del ddl, che consentono incrementi volumetrici dell’edificato esistente e l’articolo 43 che riguarda i cosiddetti “programmi e progetti ecosostenibili di grande interesse social ed economico”; ma anche l’abolizione di tutte le deroghe alla tutela ambientale e paesaggistica, contenute nel provvedimento, che potrebbero consentire di riversare ulteriori volumi edilizi sulle coste. Questa iniziativa richiama alla memoria il via libera dell’ottobre 2009 da parte del Consiglio regionale al testo sull’edilizia, che autorizzava possibili ampliamenti, sino al 25%, delle volumetrie esistenti, di alberghi, residence strutture turistiche, situate proprio nella fascia di divieto di 300 metri dalla battigia individuata nel PPR del 2006.
Fra le parti contestate al disegno di legge dagli ambientalisti, anche la determinazione del fabbisogno quantitativo per gli ambiti di interesse turistico, che stabilisce modalità e limiti delle strutture turistiche ubicabili oltre che in prossimità dei centri urbani consolidati, anche in prossimità delle strutture turistiche esistenti. 
 
Più in generale, proprio per evitare il concretizzarsi di misure regressive rispetto a quanto stabilito nel 2004 e nel 2006, il WWF ha chiesto, inoltre, che la nuova legge urbanistica confermi le misure di salvaguardia della fascia costiera intesa come bene paesaggistico strategico per lo sviluppo della Sardegna, che sia completato il PPR vigente ricomprendendo anche le zone interne e quindi vengano adeguati i Piani Urbanistici Comunali alla disciplina sovraordinata, garantendo coerenti interventi di ripri-stino, riqualificazione e restauro ambientale particolarmente del paesaggio interno, oltre che co-stiero. Infine, si richiede una particolare tutela dei paesaggi rurali minacciati da una edificazione a macchia di leopardo, per contrastare tale fenomeno è necessario riaffermare il principio del lotto minimo di 3 ettari per le edificazioni destinate esclusivamente alle aziende agricole e reisidenzialità solo a chi svolge tale attività a titolo esclusivo.

La natura chiama. E a volte scrive anche. Iscriviti alla newsletter WWF

Utilizziamo cookie tecnici, indispensabili per permettere la corretta navigazione e fruizione del sito nonché, previo consenso dell’utente, cookie analitici e di profilazione propri e di terze parti, che sono finalizzati a mostrare messaggi pubblicitari collegati alle preferenze degli utenti, a partire dalle loro abitudini di navigazione e dal loro profilo. È possibile configurare o rifiutare i cookie facendo clic su “Configurazione dei cookie”. Inoltre, gli utenti possono accettare tutti i cookie premendo il pulsante “Accetta tutti i cookie”. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare la nostra cookies policy.