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I leader del Mediterraneo devono agire ora

Il 5 dicembre si è chiusa la 21esima Conferenza delle Parti contraenti della Convenzione di Barcellona, dopo quattro giorni di negoziati tra i Paesi del Mediterraneo sulle priorità e le azioni per proteggere meglio il nostro mare nei…

Il 5 dicembre si è chiusa la 21esima Conferenza delle Parti contraenti della Convenzione di Barcellona, dopo quattro giorni di negoziati tra i Paesi del Mediterraneo sulle priorità e le azioni per proteggere meglio il nostro mare nei prossimi anni. Le Parti (i 22 Paesi del Mediterraneo e l’Unione Europea) hanno riconosciuto l’urgenza della crisi ecologica del Mediterraneo, che sono chiamate a proteggere, ma ancora una volta non sono riuscite a conciliare gli impegni con obiettivi forti e ambiziosi che entro un decennio ci consentano di stabilizzare clima e di ripristinare le risorse naturali. 
 
Il WWF, rispetto ai risultati della COP 21 ha commentato: “Il 2020 deve essere un anno di svolta per il futuro del Mediterraneo. Abbiamo consumato, sfruttato e impoverito le risorse naturali di questo magnifico bacino fino al limite dell’esaurimento. I leader devono sentire l’urgenza di sostenere un New Deal for Mediterranean Nature and People che sia davvero incisivo. Abbiamo bisogno di un’azione forte e comune per fermare l’inquinamento da plastica, garantire una tutela efficace  almeno del 30% del Mediterraneo, trasformare in modo significativo il settore della pesca, ricostituendo così gli stock ittici, e costruire un’economia blu per gestire le risorse naturali in maniera sostenibile. Abbiamo un decennio per trasformare il Mediterraneo da mare più impoverito del mondo in un laboratorio di sostenibilità”.
 
Nei prossimi due anni, il WWF collaborerà con i governi del Mediterraneo e con la Convenzione di Barcellona per:

  • concordare obiettivi ambiziosi, trasparenti e misurabili per il Programma d’Azione  sulla biodiversità post 2020 e un meccanismo di monitoraggio della sua attuazione;
  • sostenere e attuare misure più incisive  su scala globale e regionale in materia di inquinamento da plastica, comprensive  dell’impegno a porre fine entro  2030 alla dispersione di materie plastiche nel Mediterraneo;
  • promuovere linee di finanziamento sotenibili della Blue Economy che consentano di accelerare il conseguimento dell’obiettivo SDG 14 per la protezione degli Oceani.

Il WWF ricorda che la richiesta di una  maggiore tutela del Mediterraneo trova ulteriore conferma nell’ultimo “Rapporto sullo stato dell’ambiente 2020” pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, che dimostra come l’Unione Europea non sia sulla giusta strada per conseguire gli obiettivi ambientali fissati al 2020 – e  come le prospettive per il 2030 e il 2040 siano ancora più fosche. Le recenti analisi del WWF hanno dimostrato, inoltre, che solo l’1,27% delle acque del Mediterraneo risulta efficacemente protetto, lasciando gran parte del mare in balia di uno sfruttamento eccessivo.
 
Infine, il WWF esorta i leader del Mar Mediterraneo a seguire la risoluzione della Commissione Ambiente del Parlamento europeo che chiede obiettivi giuridicamente vincolanti per arrestare la perdita di biodiversità e maggiori investimenti per la protezione della natura e del clima.

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