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Il clima deve essere al centro dell’azione dell’Europa

I leader dell’UE si riuniranno il 10 dicembre per discutere sull’aumento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030, che attualmente è “almeno del 40%”. La scienza è chiara: solo una riduzione delle emissioni del 65% è in…

I leader dell’UE si riuniranno il 10 dicembre per discutere sull’aumento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030, che attualmente è “almeno del 40%”. La scienza è chiara: solo una riduzione delle emissioni del 65% è in linea con la limitazione del riscaldamento globale a + 1,5°C. Tuttavia, la Commissione UE ha proposto un obiettivo “netto” di riduzione delle emissioni del 55%. L’aggiunta di “netto” all’obiettivo significa che includerebbe l’assorbimento naturale del carbonio (foreste, terreni agricoli, ecc.) e renderebbe la riduzione effettiva delle emissioni più simile al 50-52%. Nel suo recente voto sulla legge climatica dell’UE, il Parlamento Europeo è stato più coraggioso, sostenendo una riduzione delle emissioni del 60%.
Perché è importante? Questa è l’ultima possibilità per l’UE di finalizzare il suo nuovo obiettivo prima della scadenza per la presentazione di un piano climatico aggiornato (“Contributo determinato a livello nazionale” o NDC) all’ONU, come concordato nell’accordo sul clima di Parigi del 2015.
A livello globale, l’azione per il clima sta prendendo sempre più piede. Negli ultimi mesi e settimane, paesi come Cina, Giappone e Corea del Sud si sono impegnati per la neutralità climatica e molti, dal Cile al Ruanda alla Nuova Zelanda, hanno già presentato i loro NDC aggiornati. Più di recente, il Regno Unito si è impegnato a raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni del 68% per il 2030. Con il rapido peggioramento degli impatti climatici in tutto il mondo, l’UE non deve indugiare. Il Green Deal dell’UE mira a ricucire l’economia europea per un futuro sostenibile e neutro dal punto di vista climatico. Il WWF ritiene ci sia bisogno di una politica climatica, basata sulla scienza e socialmente equa, come forza motrice per arrivare a questo obiettivo. In termini pratici, questo significa che i leader dell’UE questa settimana devono impegnarsi a raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni davvero ambizioso – non un obiettivo ‘netto’ – e chiudere la porta ai finanziamenti UE per i combustibili fossili, fornendo al contempo sostegno alle regioni per soluzioni rinnovabili.
Cosa chiede il WWF ai capi di Stato e di governo dell’UE? Dimostrare la propria leadership in materia di clima e sostenere una riduzione delle emissioni di almeno il 65% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, in linea con le indicazioni della comunità scientifica per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C. Rifiutare l’idea di introdurre nell’NDC europeo il concetto di obiettivo “netto” di riduzione delle emissioni, cioè usare scappatoie e compensazioni. Sulla base della valutazione d’impatto della stessa Commissione UE, la proposta di una riduzione netta del 55% significherebbe una riduzione delle emissioni reali di appena il 50,5% – 52,8%, a seconda del valore dato ai pozzi di assorbimento del carbonio UE. Aggiungerebbe inoltre una notevole incertezza, facendo sì che l’UE e gli Stati membri si affidino a livelli di assorbimento altamente incerti che non possono essere considerati intercambiabili con le riduzioni delle emissioni e che devono essere affrontati separatamente;
Evitare di dare alcun sostegno, per motivi di “neutralità tecnologica”, al gas fossile o al nucleare, nessuno dei quali ha nulla a che fare con l’urgente riduzione delle emissioni necessaria nel prossimo decennio.

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