Rivers2Restore
Il nuovo report Rivers2Restore del WWF sollecita un’azione immediata per riportare i fiumi europei al loro stato naturale e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di ripristino della natura recentemente concordati dall’UE. I fiumi ripristinati – ad esempio rimuovendo dighe o permettendo ai fiumi di seguire il loro corso naturale – contribuiscono a limitare gli effetti degli eventi climatici disastrosi come inondazioni e la siccità, assorbendo l’acqua in eccesso durante i periodi di piogge abbondanti e reintegrando le acque sotterranee attraverso un lento rilascio durante i periodi di siccità.
Rivers2Restore è una raccolta di 11 progetti selezionati da WWF in tutta Europa che, se realizzati, potrebbero ripristinare 2.200 km di fiumi. Insieme, contribuirebbero al raggiungimento di quasi il 10% dell’obiettivo della Strategia Europea sulla Biodiversità, recentemente sancito anche dalla Legge sul Ripristino della Natura.
La legge UE sul ripristino della natura
“La legge UE sul Ripristino della Natura impone agli Stati membri di ricollegare almeno 25.000 km di fiumi europei entro il 2030, questo rappresenterebbe un’importante inversione di tendenza verso il ripristino, la rinaturalizzazione e la rivitalizzazione delle nostre acque. I progetti innovativi di Rivers2Restore rappresentano sforzi concreti per ridare vita a centinaia di chilometri di fiumi europei. Invito i decisori politici a mostrare l’ambizione necessaria per rendere questi progetti una realtà per la natura, per le persone e per un’Europa più resiliente ai cambiamenti climatici e alla gestione della risorsa idrica”, ha affermato Lan Wang-Erlandsson, PhD Theme leader e ricercatore presso il Centro di Resilienza di Stoccolma dell’Università di Stoccolma.
“Ripristinare la forma naturale, gli habitat e il corso dei fiumi non significa solo proteggere la natura, ma anche proteggere noi stessi”, ha affermato Claire Baffert, Senior Policy Officer, Water and Climate Adaptation, presso il WWF EPO. “I fiumi in buone condizioni morfologiche ed ecologiche svolgono un ruolo vitale nel mitigare le inondazioni, prevenire la siccità e sostenere la biodiversità. Sono anche essenziali per lo sviluppo dell’economia, delle attività ricreative e per garantire acqua pulita necessaria alla vita e alle attività produttive”.
I fiumi ripristinati migliorano la qualità dell’acqua, tutelano la biodiversità, aumentano lo stoccaggio del carbonio e contribuiscono a limitare l’aumento delle temperature. Mitigare l’impatto degli eventi estremi causati dal cambiamento climatico è essenziale per tutelare maggiormente vite umane e limitare i costi per la ricostruzione: recentemente, le inondazioni in Germania hanno provocato sei vittime e richiesto lo stanziamento di 100 milioni di euro di finanziamenti pubblici di emergenza.
Le richieste del WWF ai governi
- Includere i progetti Rivers2Restore nei piani nazionali di ripristino.
- Facilitare le autorizzazioni, garantire i finanziamenti e aumentare gli sforzi di ripristino dei fiumi oltre questi progetti.
Alla Commissione Europea: - Di sostenere e incoraggiare i governi nazionali per dare priorità al ripristino dei fiumi, anche istituendo un fondo per il ripristino della natura.
- Di richiedere piani di ripristino nazionali ambiziosi e le necessarie revisioni qualora si dimostrassero insufficienti nel ripristino dei fiumi.
- Di rendere la resilienza climatica e idrica una priorità per il prossimo mandato.
Leggi il rapporto: “Rivers2Restore: how restored rivers strengthen our resilience to climate change”.
Il contributo italiano
River2Restore prevede la pubblicazione di un dossier di casi studio presentati da 11 Paesi come contributo al raggiungimento del target definito dalla Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, che richiede di tutelare gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. La Strategia fissa l’obiettivo di ripristinare il libero flusso di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030, rimuovendo le barriere obsolete e ripristinando le pianure alluvionali e le zone umide. Anche la Legge sul Ripristino della Natura recentemente approvata riconosce l’obbligo di rimuovere le barriere fluviali, al fine di contribuire alla naturale connettività longitudinale e laterale dei fiumi.
Il caso studio presentato da WWF Italia si è concentrato su un tratto del fiume Adige che, grazie alla rimozione di oltre 38 chilometri di barriere laterali, di una diga a Parcines e di ulteriori 43 piccoli sbarramenti, potrebbe recuperare la connettività ecologica lungo un tratto di 114 chilometri. Questi contribuirebbero per lo 0,45% al raggiungimento dell’obiettivo dell’UE e per il 7,1% al totale della quota italiana, stimata a circa 1600km.