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Il ritorno del monaco

Gli studiosi che ne seguono gli spostamenti l’hanno chiamato Oviedo l’avvoltoio monaco che è tornato dopo anni a volare nei cieli italiani. La specie (Aegypius monachus), è considerata estinta come nidificante in Italia (era presente in Sardegna con…

Gli studiosi che ne seguono gli spostamenti l’hanno chiamato Oviedo l’avvoltoio monaco che è tornato dopo anni a volare nei cieli italiani. La specie (Aegypius monachus), è considerata estinta come nidificante in Italia (era presente in Sardegna con 40-60 individui) e inserita nella lista rossa dell’IUCN. A darne l’annuncio è l’Uiza, Unione italiana giardini zoologici e acquari, e gli esperti impegnati nel progetto di conservazione nella Riserva naturale del Lago di Cornino.  ”Lo scorso fine settimana è ricomparso un avvoltoio monaco per  il quarto anno consecutivo – ha detto Fulvio Genero, responsabile del progetto – L’eccezionalità non sta solo nell’avvistamento, ma nel fatto che questi animali ritornano e sostano nell’areale per mesi”.

Per la quarta estate Oviedo, nato nel massiccio centrale francese, torna regolarmente nella stessa area (Cornino) e negli stessi periodi, attraversando tutte le Alpi, per poi tornare a fine estate in Francia o in Spagna. La sua presenza si inserisce nel progetto di conservazione per il grifone (Gyps fulvus) avviato nel 2013, finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Grazie all’adozione di nuove tecnologie di monitoraggio della fauna selvatica (telecamere ad alta definizione e radio satellitari), oggi è possibile riscostruire le rotte di spostamenti di questi grandi volatori. In particolare le telecamere ad alta definizione installate nella riserva sono in grado di leggere con precisione gli anelli identificativi presenti sulle zampe degli animali e ricostruire le aree di provenienza. L’avvoltoio monaco è presente come nidificante in Spagna, Grecia e Portogallo. La popolazione europea è stimata in circa 2.100 coppie, tre quarti dei quali nella penisola iberica. 

“Il ritorno abituale di questo individuo di avvoltoio monaco in un ambiente italiano non può che essere accolto come una buona notizia – sottolinea il WWF – ma serve un’azione decisa in Italia per conservare e preservare i nostri avvoltoi. Oggi l’Italia rischia di perdere il capovaccaio, il più piccolo tra gli avvoltoi europei,  ridotto ormai a sole 10 coppie circa in tutto il paese. Serve un’azione decisa, coordinata e a sistema che coinvolga tutti gli enti preposti alla conservazione di questi rapaci e del loro habitat, progetti e azioni che possano scongiurarne l’estinzione, in primis la difesa e sorveglianza dei nidi, altrimenti anche il piccolo avvoltoio degli egizi (così chiamato perché presente nei geroglifici egiziani) non volerà più nei nostri cieli”.

Nel campo dei rapaci rari, le buone notizie riguardano anche i grifoni in Sicilia e nell’Appennino centrale (Lazio/Abruzzo), i gipeti sulle Alpi e il recente il ritorno del falco pescatore in Maremma, oggetto di uno specifico progetto di reintroduzione concluso con successo.

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