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Impianto Pizzone II, confermate le obiezioni al progetto

Insostenibili gli impatti ambientali su un’area importante per l’orso e all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

Forti opposizioni per la nuova centrale


Nei giorni scorsi il WWF Italia ha depositato le proprie osservazioni al Progetto presentato dall’ENEL Produzione SpA per la realizzazione della “Centrale Pizzone II – Impianto di generazione e pompaggio” al confine tra Abruzzo e Molise.
L’intervento, che in parte ricade all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, prevede il potenziamento dell’esistente impianto di Pizzone con una nuova centrale per il riutilizzo degli invasi di Montagna Spaccata e Castel San Vincenzo, con conseguente realizzazione di caverne, tunnel e numerose altre opere in una area tutelata a livello nazionale ed europeo.
A giugno 2023 era stato presentato il primo progetto della Centrale che era stato pesantemente criticato per il suo impatto ambientale. Il WWF aveva lavorato alle osservazioni nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e il Parco aveva dichiarato irricevibile il progetto per contrasto con la normativa nazionale sulle aree naturali protette.

Localizzazione problema insormontabile

L’ENEL aveva così deciso di rimodulare il progetto, ripresentandolo a fine settembre 2024. “Pur prendendo atto delle modifiche apportate per cercare di ridurre l’impatto dell’opera, non si può che confermare il giudizio negativo anche su questa seconda versione”, dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia. “La localizzazione rappresenta un problema insormontabile per questo progetto. Ci troviamo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nell’areale dell’Orso bruno marsicano e, come hanno correttamente documentato gli stessi proponenti, durante i monitoraggi eseguiti per presentare lo Studio di Impatto Ambientale è stata registrata la presenza di due orsi insieme, un maschio e una femmina, che transitavano proprio nel sito oggetto dell’intervento. Non siamo contrari a progetti di pompaggio come quello ipotizzato e ne comprendiamo l’importanza per uscire al più presto dalla dipendenza delle fonti fossili, ma l’area dove si vorrebbe intervenire non può essere compromessa e qualsiasi intervento che possa minacciare la sopravvivenza anche di un solo esemplare di Orso bruno marsicano non può essere accettato”.

Impatti negativi anche su lontra e avifauna

Il gruppo di lavoro del WWF Italia nelle osservazioni presentate ha inoltre evidenziato i numerosi impatti che l’opera finirebbe per avere su altre specie protette come la lontra, ma anche sui chirotteri e sull’avifauna presente in questa zona del Parco. Molti ettari di bosco sarebbero poi sacrificati durante la fase di cantiere. Carenti e poco approfondite sono apparse le parti relative agli impatti sulle acque e sul suolo.
Non si tratta di impatti che possono essere compensati e le misure di mitigazione proposte non riescono minimamente a ridurre gli impatti dei lavori e dell’esercizio della Centrale.
L’auspicio è che la Commissione VIA nazionale valuti con la massima attenzione quanto, non solo il WWF, ma anche tanti altri enti – ad iniziare dall’Ente Parco che ha confermato il proprio parere negativo – e altre associazioni hanno evidenziato. La tutela di siti protetti dal nostro Paese e dall’Unione europea, al pari della conservazione di specie a fortissimo rischio di estinzione con l’Orso bruno marsicano non possono essere messi in discussione.

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