Pandanews

In 55mila contro i crimini di natura

L’introduzione del nuovo “delitto di uccisione di specie selvatica protetta” (punito sinora con una semplice sanzione) nel Codice Penale e il mantenimento e rafforzamento del Corpo Forestale dello Stato quale forza autonoma di polizia specializzata in campo ambientale.…

L’introduzione del nuovo “delitto di uccisione di specie selvatica protetta” (punito sinora con una semplice sanzione) nel Codice Penale e il mantenimento e rafforzamento del Corpo Forestale dello Stato quale forza autonoma di polizia specializzata in campo ambientale. Sono questi i due elementi portanti del pacchetto di proposte legislative elaborate nell’ambito della Campagna WWF “Stop ai crimini di natura in Italia” .
Se approvate, le proposte doterebbero lo Stato italiano e le forze dell’ordine di strumenti legislativi e repressivi in grado di  mettere fine al paradosso di chi, di fatto, impunemente può uccidere un orso, un lupo, una cicogna, una foca monaca, animali sulla carta “super protetti” dalle normative comunitarie e internazionali. Rispetto al ‘valore’ di queste specie secondo il WWF le norme in vigore prevedono infatti sanzioni blande che non svolgono alcuna funzione di prevenzione né di  deterrenza. E’ per questo che il WWF in questi giorni ha avviato contatti in Parlamento sulla base di una proposta innovativa di modifica del Codice Penale per eliminare questo paradosso, introducendo la categoria giuridica di “fauna selvatica protetta” da tutelare con specifiche figure delittuose, anziché di mere contravvenzioni oggi in vigore, per contrastare con strumenti giuridici più adeguati (allungamento del termine di prescrizione, strumenti di indagine più adeguati, ad esempio intercettazioni) un fenomeno che in Italia registra una violazione in materia di tutela ambientale ogni 43 minuti e dove i reati contro la fauna  selvatica protetta  rappresentano il 22% del totale del reati ambientali.

Già oltre 55mila cittadini in Italia hanno firmato la petizione WWF su change.org che chiede “Stop ai crimini di natura” in Italia attraverso un’inasprimento di controlli e pene. Se venisse approvata la proposta WWF il reato si configurerebbe come un vero e proprio delitto, per la cui condanna sarebbe prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni. L’orso è una delle specie che ha sofferto in questi ultimi anni di una vera e propria recrudescenza di atti di bracconaggio con circa 13 orsi morti dal 2010 nell’Appennino per cause antropiche, bracconaggio, malattie infettive, veleno e altre cause non ancora evidenziate. Un danno enorme visto che la popolazione conta complessivamente 100-110 esemplari suddivisi tra Alpi e Appennino e per la quale l’ 84% della mortalità è dovuta al prelievo illegale o accidentale da parte dell’uomo e purtroppo i Crimini di Natura in Italia riguardano molte altre specie protette come lupi, rapaci, uccelli migratori tra cui piccoli piccoli passeriformi.
     
Oggi nelle Commissioni riunite Ambiente e Giustizia del Senato, in cui è in discussione in seconda lettura (dopo l’approvazione della Camera  avvenuta lo scorso febbraio), scade il termine degli emendamenti al disegno di legge sulla “tutela penale dell’ambiente”. E’ questo un passaggio importante dopo oltre otto mesi dalla ripresa della discussione parlamentare su una riforma da lunghi anni attesa dal WWF.

E proprio oggi, un importante uscita su La Stampa: l’intervista a Jonathan Franzen (realizzata in collaborazione col WWF e che i Soci hanno potuto leggere su Panda ottobre), lo scrittore americano Premio Pulitzer autore de “Le Correzioni” (ma anche di un reportage sul bracconaggio nell’area mediterranea pubblicato dal New Yorker). Ambientalista e birdwatcher, Franzen denuncia le colpe della politica che in Italia è incapace di proteggere la fauna selvatica.

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