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In ricordo di Franco Maria Ricci

Con la scomparsa di Franco Maria Ricci l’Italia perde un uomo di grande spessore, e di grandi visioni che dopo essere stato un’avanguardia culturale ed un grande vettore di cultura si era dedicato con passione alla natura e…

Con la scomparsa di Franco Maria Ricci l’Italia perde un uomo di grande spessore, e di grandi visioni che dopo essere stato un’avanguardia culturale ed un grande vettore di cultura si era dedicato con passione alla natura e alle grandi tematiche che riguardano il Pianeta a cominciare dai cambiamenti climatici e dal ciclo dell’acqua, due questioni cruciali per il futuro dell’umanità.
 
Dal 2005 si dedica, insieme all’architetto Pier Carlo Bontempi – con il quale condivide l’amore per le forme classiche – alla progettazione di un labirinto nelle campagne di Fontanellato (Parma), che è aperto al pubblico dal 2015. «Sognai per la prima volta di costruire il labirinto trent’anni fa, quando conobbi Jorge Luis Borges. Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti. A differenza di quello di Minosse, che era una prigione, il mio labirinto vuole essere un giardino in cui perdersi senza pericolo», scriveva lo stesso Ricci sul sito della sua opera.
 
Proprio il Labirinto che è composto da circa 200mila piante di bambù ed è considerato il più grande del mondo di questo genere, nel 2018 in occasioni delle celebrazioni in occasione della giornata mondiale dell’Acqua fu protagonista del Summit internazionale “Labirinto d’Acque”: organizzato da Franco Maria Ricci al Labirinto della Masone dal 21 al 24 marzo in collaborazione con varie organizzazioni tra cui il WWF. In quell’occasione tra i relatori erano presenti anche la presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi e l’allora direttore scientifico Gianfranco Bologna.
«Il nostro Paese ha perso un intellettuale e un editore raffinato, uomo di profonda cultura con uno straordinario gusto estetico, collezionista di bellezza e grande appassionato di natura, amico del WWF. Il suo capolavoro botanico, il Labirinto di Fontanellato, è stato il suo ultimo rifugio, dove sognava di far nascere un’oasi. Sentiremo tutti la mancanza di uno dei più straordinari testimoni della storia artistica contemporanei», lo ricorda così la presidente del WWF Italia.

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