Pandanews

L’appuntamento è per domenica 11 luglio alle 19 al Porto di Talamone, in Toscana, per salpare la mattina dopo sulla Mahayana, splendido schooner di 18 metri messo a disposizione per le crociere di ricerca di WWF Travel e Sailsquare. Ma l’11 luglio non è un giorno come gli altri, c’è la finale degli europei Italia-Inghilterra, e un gruppo di noi si è organizzato per vederla, all’aperto, in un bar del porto. Una prima occasione di socializzazione tra chi si è appena conosciuto. L’Italia vince all’ultimo rigore, i festeggiamenti anche a Talamone si fanno sentire e il nostro skipper e capitano, Francesco, è costretto, ad una certa ora della notte, ad alzarsi – la nostra barca è ormeggiata in porto – , e intervenire: “Ho capito che ha vinto l’Italia, ma a quest’ora noi vorremmo dormire”.

Si salpa

La mattina dopo siamo carichi a punto giusto e si salpa, direzione Isola d’Elba, con la voglia addosso di vivere il mare, avvistare cetacei e apprendere qualche rudimento di vela. Il vento, come vedremo, non mancherà nei prossimi giorni, e nemmeno la pioggia: le onde limiteranno un po’ i nostri progetti, ma navighiamo comunque nelle acque del Santuario Pelagos. Il gruppo è eterogeneo e si va dai 18 anni di Gaia, con il padre Antonello, fotografo ufficiale della spedizione, ai 64 di Emma (con i quasi coetanei Antonella, Antonello e chi scrive), passando per Alessandro, Diego e Chiara, Francesca e Lorenzo. Oltre al capitano, lo staff comprende anche Laura, naturalista ed etologa del WWF che ci racconta tutto sui cetacei del Mediterraneo, dalla loro fisiologia agli incredibili adattamenti evolutivi, fino alle minacce che li rendono, purtroppo, sempre più vulnerabili. Oltre alla famigerata plastica, l’intenso traffico marittimo che fa del Mediterraneo il bacino più trafficato al mondo. L’inquinamento acustico generato da questo traffico sta diventando una minaccia serissima per questi mammiferi marini, che comunicano tra loro ed ecolocalizzano le loro prede (almeno gli odontoceti, letteralmente “cetacei con i denti”) attraverso le emissioni sonore. Il primo giorno di navigazione serve soprattutto a conoscerci, a capire cosa ci aspetterà nei prossimi giorni e a organizzare la convivenza di 13 persone in uno spazio limitato, turni di cucina e lavaggio piatti compresi. Ma il primo bagno in una caletta dell’isola d’Elba, con tanto di snorkeling, è indimenticabile. Ne faremo altri di tuffi, nonostante il tempo anomalo per essere la seconda settimana di luglio. Sempre all’Elba alcuni di noi sbarcheranno con il tender fino alla costa per scoprire un piccolo angolo di paradiso.

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In viaggio verso le isole dell’Arcipelago toscano

Anche all’isola del Giglio ci aspettano momenti di svago e tuffi, mentre la sera un aperitivo al tramonto sulla barca ci rende euforici anche se dei cetacei, finora, al terzo giorno, nemmeno l’ombra. Il fatto è che le condizioni del mare non aiutano: è sempre increspato, a tratti mosso, e in queste condizioni è davvero difficile avvistare i nostri amici cetacei. In compenso non manca il vento che ci consente di veleggiare. Decidiamo di fermarci qualche ora a Porto Azzurro dove il gruppo mette piede a terra e si divide tra il conferimento dei rifiuti (rigorosamente raccolti in modalità differenziata) le passeggiate, qualche negozio, la sosta in un bar.

Si riparte. Il primo incontro è con un grande sacco nero della spazzatura, che indegni navigatori hanno gettato in mare. Ma forse indegni non è abbastanza. Parte comunque l’operazione recupero, non facile per le dimensioni e il peso, aggravato dall’acqua che ha appesantito l’involucro. Ma alla fine il saccone è a bordo, e verrà smaltito a terra dopo aver differenziato il contenuto: plastica, vetro, rifiuti organici di un lauto pasto di pesce.

© foto L.Biancatelli
In viaggio © Diego Ciulli
Uno scatto che coglie l'attimo © L.Biancatelli
Mahayana © L. Biancatelli
Al lavoro sulle cime © Foto Chiara
Lezione a bordo © L. Biancatelli
tursiopi © L.Biancatelli
Equipaggio al lavoro © Diego Ciulli
Capitano al timone
© Il sacco della spazzatura recuperato dall'equipaggio della Mahayana
Sos plastica © Sos plastica sulle vele della Mahayana
Tursiope © Osservazioni a bordo, giovedì 15 i tursiopi

Incontro con i delfini costieri

Proprio quando stiamo per scoraggiarci giovedì, il quarto giorno di navigazione, ecco finalmente il tanto agognato incontro con un “pod” (in gergo si chiamano così i gruppi, ci ha insegnato Laura) di tursiopi, i cosiddetti delfini costieri, che attuano un tipico esercizio di “socializing” con salti e capriole giocose lungo la prua della nostra Mahayana. Confusione e un po’ di emozione a prua, tutti vogliamo vederli e fotografarli, mentre Laura, super professionale, registra tutti gli elementi di cui ha bisogno per la raccolta dati. Ogni osservazione viene infatti raccolta e descritta nel dettaglio, servirà a costruire una grande banca dati sulla presenza e le abitudini dei cetacei: sono 7 le specie che si possono incontrare abitualmente in Mediterraneo (balenottera comune, delfino comune, tursiope, stenella, zifio, grampo, capodoglio). “Il nostro obiettivo – ci spiega Laura Pintore – è proprio raccogliere informazioni e metterle a disposizione della comunità scientifica e in particolare della IUCN in modo da colmare il vuoto per le specie cosiddette Data Deficient, cioè per le quali i dati e le conoscenze sono ancora insufficienti per definire la loro categoria di minaccia”.

Una vita da Skipper

Il viaggio verso l’isola del Giglio è lungo e ne approfittiamo per farci raccontare dallo skipper Francesco la vita avventurosa del capitano e la storia della barca sulla quale viviamo da alcuni giorni. A 24 anni il nostro capitano ha deciso che Roma gli stava stretta e armi e bagagli si è trasferito nei Caraibi, dove ha vissuto 15 anni, lavorando nel turismo  e apprendendo tutto ciò che c’era da sapere sull’arte della navigazione a vela. Al ritorno però c’era un’idea che gli ronzava in testa: “Volevo una barca tutta mia, ma non la volevo comprare, la volevo costruire. Mi avrebbe aiutato a diffondere il messaggio contro l’inquinamento da plastica che volevo a tutti i costi cominciare a diffondere”. Per costruirla Francesco si reca in Nuova Scozia, una delle province marittime a est del Canada, sul versante atlantico, dove sa esserci la persona giusta per lui, un maestro d’ascia conosciuto ai Caraibi. Si mettono d’accordo, il progetto è cosa fatta ma ci vuole oltre un anno e mezzo di lavoro per completare l’opera: un meraviglioso due alberi (due ex pali della luce rinati a nuova vita) di 18 metri integralmente in legno (cedro giallo dell’Alaska, larice, quercia bianca della Virginia e pino dell’Oregon) costruito tutto artigianalmente. Poi ci vorranno tre mesi di navigazione per toccare finalmente le acque del Mediterraneo, dove approda a dicembre del 2017. L’associazione ambientalista The Blue Dream Project, nata nel 2014 per affrontare il tema dell’inquinamento causato dalla plastica nel mare, può finalmente cominciare ad operare a bordo della Mahayana. Da anni Francesco fa crociere di ricerca, scuola di vela per ragazzi, mini crociere, ha collaborato con Greenpeace, Marevivo, l’Ente Parco Arcipelago Toscano e oggi con WWF Travel. La Mahayana è diventata l’ambasciatrice delle “Vele del panda” le imbarcazioni per le crociere di ricerca e sensibilizzazione del pubblico targate WWF che solcano le acque del Mediterraneo.

Il salto delle stenelle

Di ritorno dall’Isola del Giglio, ecco il secondo meraviglioso incontro , quello con le stenelle, che per circa 10 minuti nuotano a gruppetti a babordo e tribordo, ma anche a ore 12 (qualche termine l’abbiamo imparato!), consentendoci di vivere un’altra emozione che solo il mare aperto può dare. Le nostre vele spiegate sono un vero spettacolo, grazie anche alla collaborazione acrobatica di Francesco (l’aiuto di capitan Francesco) promosso “mezzo mozzo” (ma molto presto intero, ne siamo sicuri) abile nel cazzare la randa o mollare l’ammantiglio, senza contare la gestione degli ancoraggi. Tutti noi, a turno, abbiamo timonato, vivendo l’esperienza di governare una barca tra le onde, spesso non indifferenti. Indimenticabile la navigazione a zig e zag quando al timone c’era Lorenzo, ma nel corso della settimana abbiamo scoperto le attitudini di tutti (a bordo si è cucinato e mangiato molto bene!), e quando sabato 17 ci siamo salutati, ognuno di noi ha fatto una promessa a Laura: il comportamento ecosostenibile che avrebbe messo in atto dopo questa, bellissima, esperienza. Un’esperienza che tutti noi, sono convinto, vorremmo rivivere, già domani.

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