Sotto accusa la nuova rete fognaria
Il parere positivo del MASE rischia di distruggere la biodiversità marina del Parco Sommerso di Gaiola, Zona Speciale di Conservazione della rete Natura 2000
Il WWF Italia esprime forte preoccupazione riguardo al progetto di riconfigurazione della rete fognaria nell’area di Bagnoli, contenuto nel Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana del SIN Bagnoli-Coroglio (PRARU), proposto da Invitalia S.p.A. Sebbene si riconosca la rilevanza del progetto nella sua totalità, indispensabile per restituire al territorio di Bagnoli – Coroglio la sua vocazione ambientale e sociale, risanando un’area profondamente segnata da decenni di degrado industriale e promuovendo uno sviluppo urbano sostenibile che favorisca la qualità della vita, l’attrattività economica e la resilienza ambientale, attualmente la proposta progettuale , il progetto prevede necessariamente il raddoppio della portata del collettore fognario e purtroppo la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario all’interno della Zona Speciale di Conservazione Europea IT8030041 “Fondali Marini di Gaiola e Nisida” della Rete Natura 2000, già pesantemente gravata dal 2001 da uno scarico di troppo pieno di acque reflue, di cui da anni se ne chiede la rimozione.
Questo progetto avrebbe dovuto costituire l’occasione per rimuovere il problema spostando altrove lo scarico esistente, invece se ne aggiunge un altro. Bene avrebbe fatto la Commissione VIA a mettere come prescrizione proprio il divieto di scarico nell’Area Marina Protetta non solo per una logica tutela rispetto all’Area Marina Protetta, ma anche per coerenza rispetto al progetto stesso che volendo risolvere un problema complessivo d’inquinamento in una zona fortemente antropizzata accentua l’impatto ambientale proprio in un’area di pregio naturalistico sottoposta a vincolo.
Pareri negativi del parco e della Regione Campania
Nonostante 2 relazioni tecniche di parere negativo espresso dal Parco, una mozione contraria approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale della Campania e 88 osservazioni di merito presentate al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, da parte delle associazioni ambientaliste e di tanti rappresentanti del mondo scientifico, culturale e imprenditoriale del mare” , il MASE ha espresso parere favorevole sulla compatibilità ambientale del PRARU”.
La ZSC Gaiola-Nisida è acclaratamente l’area di maggior pregio ambientale e culturale della fascia costiera napoletana, racchiudendo all’interno un’Area Marina Protetta di rilievo nazionale, il Parco Sommerso di Gaiola, ben 15 biocenosi marine, tre Habitat di importanza comunitaria di cui 1 prioritario, ed oltre 20 specie protette.
Gaiola e Nisida, ecosistemi fragili e preziosi
La situazione attuale dei fondali marini di Gaiola e Nisida, ecosistemi fragili e preziosi, è una questione di rilevanza nazionale e internazionale. In particolare, l’urgenza di intervenire per risolvere le problematiche legate alla depurazione e agli scarichi fognari è legata alla protezione di ecosistemi marini delicati e vitali per la biodiversità e per le attività economiche, come la pesca e il turismo, che dipendono dalla salute degli ambienti marini.
Proprio per ribadire il proprio dissenso a tale drammatica scelta poche settimane fa il WWF è sceso in campo assieme ai cittadini e tutte le altre associazioni ambientaliste per manifestare insieme al grido “Basta fogne nel mare di Napoli!” . Una partecipazione di centinaia di persone che ha simbolicamente occupato il luogo meraviglioso della costa cittadina che si vuole sacrificare a scolmatoio fognario.
Le preoccupazioni del WWF
Nel contesto del progetto di Bagnoli-Coroglio, il WWF Italia solleva le seguenti perplessità:
- Impatto sugli ecosistemi marini protetti: Il progetto prevede l’installazione di un secondo scolmatoio fognario nei pressi della Zona Speciale di Conservazione “Fondali Marini di Gaiola e Nisida”. Questo intervento comporterebbe un incremento degli scarichi fognari su un’area già compromessa dalla presenza di uno scarico di troppo pieno di acque reflue, con gravi rischi per la biodiversità locale.
- Mancanza di alternative sostenibili: Il progetto non sembra aver esplorato adeguatamente alternative più ecologiche e sostenibili, come previsto dalla normativa europea (Direttiva 92/43/CEE) e dalle Linee Guida Nazionali per la Valutazione di Incidenza, che richiedono un’analisi completa delle opzioni disponibili.
- Rischio per le formazioni coralligene: le misure proposte non garantiscono adeguata protezione per le preziose formazioni coralligene presenti nella zona, che costituiscono un ecosistema unico e fragile, a rischio di degrado.
- Mancanza di attenzione alla Posidonia oceanica e alle grotte marine: non vi è alcun riferimento alla tutela della Posidonia oceanica, fondamentale per la salute dell’ecosistema marino nonché per la protezione della costa dall’erosione e per lo stoccaggio di CO2 e produzione di ossigeno, né all’Habitat delle Grotte Marine sommerse e semisommerse, che rappresentano aree di grande valore ecologico.
- Ignorato il parere del Consiglio Regionale della Campania: nonostante l’approvazione all’unanimità della mozione del Consiglio Regionale della Campania, che evidenziava i rischi del progetto per la zona speciale di conservazione “Fondali marini di Gaiola e Nisida”, e le osservazioni contrarie di 88 realtà locali, il parere politico e sociale di questa vasta rappresentanza è stato purtroppo ignorato.
- Ignorati ben due pareri negativi, corredati da corpose e dettagliate relazioni tecnico scentifiche, espressi dall’Ente gestore dell’Area Marina Protetta e della Zona Speciale di Conservazione, che rappresenta l’istituzione preposta dallo stesso Ministero alla Tutela della Biodiversità e dell’ambiente di un’area di così alto pregio naturalistico e culturale. Tale atto rappresenta un precedente pericoloso per tutto il sistema delle Aree Protette Italiane, perchè di fatte delegittima il ruolo istituzionale di custode della biodiversità del Parco stesso.
La posizione del WWF Italia
Il WWF Italia riconosce l’importanza sociale e strutturale del progetto di riqualificazione dell’area di Bagnoli-Coroglio. Tuttavia, riteniamo che l’attuale proposta non rispetti gli standard di sostenibilità ecologica e non tuteli adeguatamente il patrimonio naturale della zona. La salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi marini deve essere considerata una priorità, in quanto essi sono cruciali per la salute del nostro ambiente e per la prosperità economica delle comunità locali, che dipendono da un turismo sostenibile e da attività economiche compatibili con l’ambiente.
Proprio mentre a livello nazionale si discute di una revisione dell’impianto normativo di Parchi e Aree Marine Protette per renderle più efficaci nella protezione dell’ambiente marino, è impensabile oltre che contraddittorio dare seguito a un’azione che rischia di distruggere la biodiversità marina del Parco Sommerso di Gaiola svilendo il ruolo dell’Ente gestore che invece andrebbe rafforzato.
È necessario infatti riconsiderare la localizzazione degli scarichi previsti nel progetto, indirizzandoli verso aree a minor valore ambientale fuori dalla Zona Speciale di Conservazione. Questo approccio, in linea con le normative europee e nazionali, non solo ridurrebbe significativamente l’impatto sugli habitat prioritari, ma garantirebbe una gestione più sostenibile e responsabile delle risorse naturali, preservando la biodiversità e il patrimonio ecologico di rilevanza internazionale dell’area.Sarebbe inoltre opportuno prevedere un intervento di adeguamento e rafforzamento dell’impianto esistente al fine di risolvere a monte la problematica evitando gli scarichi a mare o quanto meno riducendone sensibilmente la portata piuttosto che raddoppiarla
Per questi motivi, il WWF Italia invita le autorità competenti e gli operatori coinvolti a rivedere il progetto, cercando soluzioni alternative che tutelino la biodiversità marina della Gaiola, nel rispetto degli obiettivi di conservazione europea previsti dalla Strategia Europea sulla Biodiversità 2030 e dalla Restoration Law nonché dalla normativa nazionale. Solo in questo modo sarà possibile garantire un ambiente marino sano e uno sviluppo davvero sostenibile, che possa essere un volano di crescita economica e sociale per l’intera area.