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Estrazione in acque profonde, il WWF fa causa al governo norvegese

Secondo gli esperti del WWF, tale decisione non ha rispettato i requisiti minimi previsti dalla legge norvegese sui minerali dei fondali marini

Oltre i 200 metri di profondità

Il WWF Norvegia ha avviato un’azione legale contro il governo norvegese per aver autorizzato attività minerarie nei fondali marini. Il processo inizia oggi presso il tribunale distrettuale di Oslo. Il governo è accusato di aver effettuato una valutazione d’impatto ambientale “illegale” per le attività di estrazione in acque profonde.

• All’inizio dell’anno, il governo norvegese ha deciso di aprire vaste aree marine alle attività di estrazione in acque profonde.
• Secondo gli esperti del WWF, tale decisione non ha rispettato i requisiti minimi previsti dalla legge norvegese sui minerali dei fondali marini.
• Mentre il Parlamento europeo, i Paesi nordici e molti altri Stati richiedono una moratoria, prendendosi il tempo necessario per acquisire conoscenze adeguate, il governo norvegese pianifica di rilasciare licenze per lo sfruttamento già nella prima metà del 2025.
• La decisione del governo è stata aspramente criticata sia dalle autorità ambientali, che dalle comunità scientifiche nazionali e internazionali, oltre che in ambito globale.
• La decisione dei giudici è attesa entro la fine di gennaio 2025.

© naturepl.com / David Shale / WWF

Karoline Andaur, CEO del WWF Norvegia: “Questa causa non riguarda la questione di partecipare o meno all’estrazione in acque profonde, ma il livello di conoscenza che deve essere garantito prima che i politici prendano decisioni importanti, con potenziali conseguenze catastrofiche. Questa decisione è così errata da risultare illegale. Mentre il Parlamento europeo, i nostri vicini nordici e molti altri Paesi chiedono una moratoria e si prendono il tempo per acquisire conoscenze adeguate, il governo norvegese sta pianificando di concedere licenze di sfruttamento già nella prima metà del 2025. Ancora una volta, è evidente che altre priorità prevalgono su una gestione della natura basata su conoscenze solide”.

Alice Eymard, Senior Manager Focal Point Ocean, WWF Svizzera: “Le profondità marine rappresentano l’ultima frontiera inesplorata del nostro Pianeta. Stiamo appena iniziando a scoprire quanto siano ricche di vita e quanto siano fondamentali per una serie di processi ecologici cruciali. Un oceano sano è fondamentale anche nella lotta contro la crisi climatica. Tuttavia, la maggior parte delle profondità marine rimane ancora inesplorata. Non possiamo permettere che questa vasta area sconosciuta venga distrutta prima di comprenderne l’importanza!”.

L’estrazione mineraria dai fondali oceanici (Deep Seabed Mining) consiste nello sfruttamento commerciale delle risorse naturali presenti nelle profondità marine (oltre i 200 metri di profondità). L’attività si concentra principalmente sulla ricerca di noduli di manganese (contenenti rame, nichel e cobalto), croste di cobalto (ricche di terre rare) e solfuri massicci (che racchiudono metalli preziosi). Uno scontro tra interessi economici e conservazione della natura:

• Profitti significativi per le compagnie minerarie

• Perdita irreversibile di biodiversità

• Impatto negativo sulla pesca e sulle risorse marine

Rischi tecnici:

• Diffusione su vasta scala delle nuvole di sedimenti

• Inquinamento acustico che disturba i mammiferi marini

• Possibile rilascio di sostanze tossiche nell’ambiente

Allegati

  • WWF-Panda-Fondali_Marini
    • formato: pdf
    • peso: 0.47MB
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