L’erbicida è fortemente indiziato di tossicità
Gli Stati dell’Unione Europea hanno deciso ieri di rimandare la decisione sulla proroga all’utilizzo del glifosato per ulteriori 10 anni proposta dalla Commissione Europea perché non si è formata la maggioranza qualificata necessaria né per approvarla né per respingerla.
La decisione è stata rimandata così a novembre quando a pronunciarsi dovrà essere il Comitato d’Appello dell’Unione Europea: è stata importante la pressione dell’opinione pubblica che tutti i sondaggi danno contraria alla proroga di questo erbicida di cui sono state accertate e denunciate le ripercussioni negative sulla salute umana e sull’ambiente.
Sconcertante il voto favorevole del governo italiano
Il rinvio è un primo passo. È sconcertante, però, il voto favorevole del governo italiano che sul tema dell’utilizzo di pesticidi si dimostra più attento alle richieste dell’agroindustria che alla salute dei cittadini e alla salvaguardia della biodiversità. Con questo voto, peraltro, l’Italia ha mostrato un cambio di orientamento rispetto al 2017 quando gli allora ministri Martina e Lorenzin espressero il voto contrario alla proroga.
Da allora ad oggi le preoccupazioni sugli effetti negativi del glifosato sono aumentate per cui non si comprende cosa possa giustificare dal punto di vista scientifico un cambiamento del genere. Auspichiamo che da qui a novembre il Governo Meloni voglia tornare sui suoi passi.
Altrettanto sconcertante è il silenzio delle associazioni agricole che nella fase che ha preceduto il voto non hanno espresso una posizione contraria alla proroga, nonostante gli agricoltori siano i primi a pagare sulla loro pelle gli effetti dannosi dei pesticidi. Viene da chiedersi se anche loro non siano più attente agli interessi di colossi agroalimentari e di multinazionali farmaceutiche che alla salute dei loro associati.