LAC, LAV, LIPU e WWF avevano presentato ricorso
Dopo le censure della Commissione europea, arriva anche la bocciatura
del TAR del Lazio. “Organi di controllo e polizia facciano rispettare
il Regolamento europeo”
Nella giornata di ieri il TAR del Lazio ha emanato un’ordinanza sul ricorso di LAC, LAV, Lipu e WWF contro la Circolare dei ministeri Ambiente e Agricoltura che si poneva in contrasto con il Regolamento europeo 2021/57 di divieto dell’utilizzo delle munizioni al piombo nelle zone umide, fornendo interpretazioni del concetto di “zona umida” a esclusivo beneficio dei cacciatori nonostante la funzione del Regolamento sia quella di tutelare la salute animale e umana.
Nell’ordinanza si legge che “l’’atto gravato è notoriamente inidoneo – per natura, forma e procedimento – ad incidere sulle puntuali previsioni del Regolamento sovranazionale, che sono quindi all’attualità pienamente cogenti e direttamente applicabili dai competenti Organi accertatori e giudicanti”.
Vale il regolamento UE, non la circolare dei ministri italiani
In sostanza, la Circolare predisposta dai Ministeri italiani, su richiesta del mondo venatorio, non può in alcuna maniera modificare i contenuti del Regolamento europeo che quindi rimangono tali e direttamente applicati anche nel nostro Paese. Peraltro, già a fine luglio, la Commissione europea ha aperto una procedura Pilot nei confronti dell’Italia in materia di caccia, anche per la violazione del citato Regolamento europeo 2021/57.
Nello specifico la Commissione ha duramente criticato in più punti la Circolare interministeriale che, con un’interpretazione restrittiva al nuovo Regolamento europeo, esclude dal campo di applicazione moltissime aree umide, come improvvidamente richiesto dal mondo venatorio, limitandone l’applicazione alle zone in cui il divieto è già vigente. Un raggiro delle regole che, vista la pericolosità nel piombo disperso nell’acqua, comporterebbe non pochi danni agli uccelli e all’ambiente.
Il piombo è anche un problema di salute pubblica
Dopo le contestazioni della Commissione arriva dunque anche la bocciatura del TAR, che cancella la validità della Circolare e che rende immediatamente applicato il Regolamento. “Invitiamo tutti gli organi di controllo e le forze di Polizia – affermano le associazioni – a far rispettare pienamente il Regolamento europeo, e dunque il divieto di utilizzo e possesso di munizioni al piombo nelle zone umide e nel raggio di cento metri da esse, fatte salve restrizioni più estese previste dalle singole Regioni. Chiediamo inoltre al Governo di fornire con urgenza agli operatori di polizia gli strumenti idonei a verificare il materiale contenuto nelle munizioni per non rischiare – concludono LAC, LAV, Lipu e WWF – di continuare a mettere a rischio la salute pubblica e subire una pesante procedura d’infrazione”.