L’Italia può e deve sfruttare meglio il vantaggio di stare nell’Unione Europea condividendo con maggiore convinzione le norme e gli standard ambientali comunitari che possono aiutare il Paese ad essere più competitivo su scala globale. È quanto emerge dal dossier Italia chiama Europa – L’Ambiente ritrovato del WWF Italia che pone all’attenzione delle maggiori forze politiche in vista delle elezioni europee del 26 maggio, ricordando come si stia discutendo in tutto il mondo di un nuovo Global Deal post 2020 che integri le politiche di sostenibilità, con quelle climatico-energetiche e per la tutela della biodiversità all’orizzonte del 2030.
Alla presentazione del rapporto, nella sede nazionale del WWF a Roma, hanno preso parte rappresentanti di tutte le forze politiche in corsa alle europee 2019. Nel dossier WWF si ricorda come, sul piano istituzionale, l’80% della legislazione ambientale del nostro Paese sia di derivazione comunitaria, con evidenti benefici per l’ambiente e per il benessere dei cittadini. E come, sul piano economico e sociale, i posti di lavoro verdi abbiano registrato una crescita dal 2000 al 2015 di ben 7 volte superiore a quella del resto dell’economia (nonostante la crisi esplosa nel 2008).