Oltre la metà della popolazione vive dell’economia di pesca e turismo
Habitat di almeno 1.400 specie, la barriera corallina del Belize è un vero capitale di biodiversità
Il governo del Belize non mantiene le proesse fatte in favore della barriera corallina, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Alla barriera corallina più grande dell’emisfero occidentale viene così negata la protezione dalle trivelle per lo sfruttamento petrolifero offshore e dalle strutture che danneggiano le coste. Solo qualche mese fa (ottobre 2016), sono stati eseguiti test sismici per la prospezione petrolifera a meno di un chilometro dal sito.
A pochi giorni dalla quarantunesima sessione del Comitato Patrimonio Mondiale UNESCO che si terrà a Cracovia, il WWF ha valutato i progressi conseguiti circa le azioni di protezione richieste dall’UNESCO necessarie per la conservazione della barriera corallina. Nel 2015 il governo del Belize aveva promesso che avrebbe provveduto ad aumentare le misure necessarie per garantire la protezione della barriera entro dicembre 2016.
“Sette mesi dopo, il Belize non ha mantenuto le promesse fatte a favore della conservazione della carriera corallina. Questo incredibile ecosistema, cruciale sia per la flora e la fauna sia per l’economia del Paese stesso, è ancora sotto minaccia. Stiamo sollecitando il governo del Belize affinché agisca immediatamente per salvaguardare la barriera per le generazioni future”, dice Nadia Bood, scienziata della Barriera mesoamericana che lavora con il WWF in Belize.
Habitat di almeno 1.400 specie, la barriera corallina del Belize è un vero capitale di biodiversità riconosciuto dall’UNESCO dal 1996. Le valutazioni preoccupanti circa lo sviluppo di progetti con impatto sugli ecosistemi e l’assenza di un solido piano regolatore che assicuri la protezione della barriera, hanno fatto sì che, nel 2009, la barriera corallina del Belize venisse inserita nella lista dei siti patrimonio UNESCO in pericolo.
Da uno studio del WWF si evince che la preoccupazione maggiore riguarda la mancanza di progressi, nel corso dell’ultimo anno, circa la messa a bando delle attività di introspezione petrolifera e di estrazione di petrolio offshore all’interno del World Heritage Site e nelle zone tampone, nonostante un annuncio di bando emesso dal governo nel 2015. Inoltre, mancano leggi che proibiscano la vendita di terreno pubblico all’interno del sito stesso.
“Sia la barriera corallina del Belize sia gli abitanti di questo Paese meritano i fatti, non le parole. Il governo deve dimostrare la propria serietà a favore della protezione della barriera con l’emanazione di leggi che vietino definitivamente la ricerca di petrolio offshore e la vendita di terreno pubblico all’interno del sito, patrimonio mondiale dell’UNESCO”, sottolinea la Bood. Uno studio pubblicato proprio in questi giorni da Nature mette in guardia sugli effetti devastanti dell’Airgun usato per le prospezioni petrolifere sulla vita marina, e in particolare per il plancton, alla base della piramide alimentare (http://go.nature.com/2sXTSP5) Airgun e onde sismiche, utilizzati per le prospezioni, si teme siano responsabili di gravi danni agli ecosistemi marini, tra cui lo spiaggiamento dei cetacei.
Oltre la metà della popolazione del Belize (circa 190.000 persone) vive delle entrate generate dal settore del turismo, attirato dalla meravigliosa barriera corallina, e dal settore della pesca, che dipende intrinsecamente dal buono stato di conservazione degli ecosistemi marini. Il contributo economico annuale del turismo relativo alla barriera corallina, dell’industria ittica a cui si aggiunge la ricerca scientifica, viene stimato essere l circa il 15% del prodotto interno lordo del Belize.
Essendo l’economia di questo Stato pesantemente basata sul turismo e sull’industria ittica, salvaguardare la barriera corallina del Belize è cruciale per il loro sostentamento delle comunità locali. Il governo deve ascoltare il suo popolo e le 400.000 persone che hanno firmato una petizione che chiede a gran voce una maggior protezione di questo ecosistema.
“Ora, l’unico Patrimonio Mondiale UNESCO del Belize si trova a un bivio drammatico. Se non vengono intraprese azioni urgenti, si rischia un danno irreversibile. Durante la sessione del Comitato Patrimonio Mondiale UNESCO della prossima settimana, ci aspettiamo che il Comitato chieda al Belize di mantenere gli impegni promessi”, spiega Elena Khishchenko, Direttrice delle Campagne Mondiali del WWF Internazionale.
Quasi la metà dei siti patrimonio naturale UNESCO subiscono l’impatto di attività umane insostenibili, mettendo il sostentamento e il benessere delle comunità che dipendono da questi ecosistemi in grave rischio. La campagna del WWF, Together Saving Our Shared Heritage, è stata lanciata per incrementare il rispetto nei confronti della Convenzione Patrimonio Mondiale e per rinforzare le linee guida dell’OCSE che proteggono questi siti.
Il WWF ringrazia per la traduzione dall’inglese Silvia Delli Zotti