Per il secondo anno consecutivo la Regione Basilicata, con deliberazione del 28 dicembre 2018 (durante le vacanze natalizie, evidentemente ritenendo urgente ed improrogabile la questione) ha disposto il prolungamento della stagione venatoria per beccaccia e turdidi. Ancora una volta tale intervento viene adottato con modalità a dir poco discutibili. È evidente, infatti, come le tempistiche del provvedimento, emanato a pochi giorni dalla prevista chiusura del calendario venatorio, siano tali da rendere, di fatto, vana la proposizione di un ricorso all’autorità giurisdizionale finalizzato a dichiarare l’illegittimità della delibera medesima.
Il contenuto del provvedimento è sostanzialmente identico, per contenuti e modalità di adozione, a quello già censurato dal Tribunale Amministrativo Regionale nel 2017 e confermato poi dal Consiglio di Stato. Si ricorda, peraltro, che la definizione del calendario venatorio e le sue eventuali estensioni temporali, non possono essere adottati in maniera arbitraria ma debbono presupporre una preventiva valutazione scientifica in ossequio a quando prescritto da ISPRA: valutazione che invece la Regione Basilicata continua sistematicamente a ignorare.
La decisione di estendere il calendario venatorio, oltre ad essere illegittima, si pone in palese violazione con i principi di legalità e trasparenza dell’azione amministrativa in quanto è emanata con finalità elusive delle ordinarie procedure prescritte in materia a livello nazionale. Tali valutazioni sono poste a tutela della fauna che è patrimonio indisponibile dello Stato e per questo tutelata anche in sede penale.
Una siffatta modalità di azione politico-amministrativa, non può quindi fare altro che comportare un illegittimo e reiterato danneggiamento di tale patrimonio.
In questi giorni il territorio lucano è per la maggior parte innevato.
Proprio a causa della neve, che oggi è caduta copiosa, la caccia non è consentita, nonostante la proroga in vigore. Proprio questa situazione meteo rende ancora più necessaria e urgente la revisione della delibera da parte degli uffici preposti, essendo evidente che, in tali precarie condizioni, gli spazi vitali, sia per la beccaccia ma anche per i turdidi, si riducono sensibilmente, con il rischio di esporre tali specie, rese ancora più deboli e vulnerabili, ad una sicura e inutile mattanza, considerata anche l’esiguità dei controlli sul territorio, come peraltro avvenuto lo scorso anno e documentato sui social dagli stessi cacciatori.
Un passo indietro da parte della Regione, insieme all’intensificazione dei controlli da parte delle autorità preposte, è, quindi, non solo opportuno ma necessario per tutelare la incolumità pubblica, fungendo da deterrente per coloro i quali, nonostante le avverse condizioni meteo, decidessero di avventurarsi nei boschi per esercitare l’attività venatoria.
Per tutti questi motivi, attesa la grave e reiterata condotta tenuta dalla Regione Basilicata, in violazione di tutte le prescrizioni in materia, poste a tutela della fauna e degli habitat, la Lipu ed il WWF Italia si riservano di valutare la opportunità di agire anche in sede penale al fine di salvaguardare l’interesse primario costituito dalla tutela della fauna selvatica.
La Basilicata prolunga la caccia per tordi e beccaccia
Per il secondo anno consecutivo la Regione Basilicata, con deliberazione del 28 dicembre 2018 (durante le vacanze natalizie, evidentemente ritenendo urgente ed improrogabile la questione) ha disposto il prolungamento della stagione venatoria per beccaccia e turdidi. Ancora una…