Pandanews

La battaglia contro il parco dello sport a Cavriglia

Un progetto come questo, di assoluta rilevanza (gli investimenti previsti assommano a 70 milioni di euro), immaginiamo sia stato pensato sulla base di un’analisi dei potenziali flussi di interesse, che coinvolga evidentemente anche i Comuni limitrofi.   Immaginiamo,…

Un progetto come questo, di assoluta rilevanza (gli investimenti previsti assommano a 70 milioni di euro), immaginiamo sia stato pensato sulla base di un’analisi dei potenziali flussi di interesse, che coinvolga evidentemente anche i Comuni limitrofi.
 
Immaginiamo, perché di questa analisi non vi è traccia e non è un aspetto secondario, non tanto per gli investitori quanto soprattutto per la comunità, in particolare per scongiurare il rischio, tutt’altro che remoto, che questo intervento si trasformi, a dispetto delle intenzioni del Comune, in una mera speculazione edilizia.
 
Questo progetto è stato presentato come “la rivoluzione verde di Cavriglia”, ma di “verde” in realtà sembra aver ben poco, e rischia di trasformarsi nell’ennesima cementificazione, proposta secondo uno schema di “valorizzazione e riqualificazione” purtroppo già visto e che poco ha a che fare con l’ambiente e la sua riqualificazione.

In un momento in cui, finalmente, la drammatica situazione del consumo di suolo sembra aver trovato il giusto peso nell’agenda politica nazionale (in Italia ogni secondo perdiamo sotto il cemento 2 mq di suolo), si propone di intervenire su 120 ha di territorio, in parte utilizzati a fini agricoli, con la realizzazione di strutture sportive, ricettive e infrastrutture di servizio.

 

Si tratta di una superficie enorme, pari quasi al totale della superficie di suolo consumata in Toscana nel 2017; una previsione che appare quantomeno in contrasto con gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo della L.R. 65/2014.
 
Tutto questo in un territorio che ha già pagato un prezzo molto alto all’attività umana e che avrebbe bisogno di altre proposte, basate su attività che valorizzano le dinamiche naturali già in atto (quelle che vengono definite “ex-discariche” ospitano oggi numerose specie animali di interesse regionale ed europeo), in primis attraverso la promozione di attività agricole, ma anche turistiche e di fruizione, purché in sintonia con gli aspetti naturalistici dell’area.
Del resto, già oggi sono tantissime le persone che scelgono queste aree per gite a piedi, in bici o a cavallo, immersi nel verde.
 
WWF e LIPU vigileranno in tutte le sedi affinché non si realizzi l’ennesimo scempio a carico di un territorio, come quello valdarnese, già pesantemente compromesso da una urbanizzazione compulsiva.

La natura chiama. E a volte scrive anche. Iscriviti alla newsletter WWF

Utilizziamo cookie tecnici, indispensabili per permettere la corretta navigazione e fruizione del sito nonché, previo consenso dell’utente, cookie analitici e di profilazione propri e di terze parti, che sono finalizzati a mostrare messaggi pubblicitari collegati alle preferenze degli utenti, a partire dalle loro abitudini di navigazione e dal loro profilo. È possibile configurare o rifiutare i cookie facendo clic su “Configurazione dei cookie”. Inoltre, gli utenti possono accettare tutti i cookie premendo il pulsante “Accetta tutti i cookie”. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare la nostra cookies policy.