Alla vigilia del primo appuntamento dei ministri dell’Ambiente UE dopo la COP21, la Commissione UE ha reso nota oggi una Comunicazione sulle conseguenze dell’Accordo di Parigi che non aiuta affatto la leadership europea sul tema.
“Dopo l’accordo di Parigi, sarebbe stato necessario un buon espresso per svegliarsi e stare al passo con le ambizioni che la UE, insieme a tutti gli altri Paesi del mondo, ha sottoscritto nel dicembre scorso. E invece la Comunicazione della Commissione UE resa nota oggi è solo un decaffeinato di scarsa qualità”, ironizza Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Il target del taglio delle emissioni del 40% entro il 2030 non è in linea con l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero alla metà del secolo e di limitare l’aumento medio delle temperature globali entro 1,5°C, come deciso a Parigi. E invece la Commissione propone di posporre una decisione sull’adeguamento dell’obiettivo al 2023, cioè dopo l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi (nel 2020): la UE, secondo la Commissione, dovrebbe quindi adottare una tattica dilatoria”.
“I Paesi europei devono dimostrare che la cosiddetta ‘alta ambizione’ sul clima della UE è stato un impegno sincero, non solo una frase a effetto. Occorre fare di tutto per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 °C, le emissioni vanno tagliate di almeno il 95% entro il 2050. Questo richiede che gli obiettivi su clima ed energia per il 2030 siano adeguati, non abbiamo bisogno di aspettare per capire che siamo fuori linea“, sottolinea Midulla.
Il WWF si appella ai ministri UE dell’ambiente perché difendano con fermezza gli impegni europei, nel loro meeting di venerdì. “Le opportunità derivanti da un’azione forte e significativa per il clima sono enormi per la UE, centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro verdi, cittadini più sani e maggior benessere. Di contro, ogni ritardo nell’attuazione dell’accordo di Parigi aumenterà il rischio di devastazioni derivanti dal cambiamento climatico e aumenterà i costi sia per gli inevitabili tagli delle emissioni che per affrontare gli impatti climatici “, dice Midulla.
Molte le opportunità per la UE di aumentare le ambizioni e migliorare gli obiettivi su clima ed energia quest’anno, dalla riforma del sistema di scambio delle emissioni (ETS), alla Direttiva di revisione per l’efficienza energetica e la proposta di una imminente Direttiva sulle energie rinnovabili. Queste opportunità devono essere colte senza esitazione per mantenere le promesse sottoscritte a Parigi. Il WWF sottolinea anche l’importanza della discussione sull’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e della sua integrazione in tutte le politiche della UE.
Il WWF ricorda che il prossimo 19 marzo, la forza del sostegno dei cittadini per un’azione forte e accelerata per il clima si manifesterà in tutto il mondo con l’evento Earth Hour/Ora della Terra. ##oradellaterra – Il sito ufficiale: oradellaterra.org
LE RICHIESTE DEL WWF PER L’ATTUAZIONE DELL’ACCORDO DI PARIGI
La UE deve rivalutare l’obiettivo a lungo termine delle sue politiche climatiche ed energetiche, in linea con le indicazioni della comunità scientifica e dell’ IPCC, per proseguire gli sforzi per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 ° C. Come passo immediato, il Consiglio europeo dovrebbe puntare in modo esplicito alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 95% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990.
La UE deve aggiornare i modelli sulle misure e gli strumenti di politica climatica ed energetica al 2030, in modo da mostrare come l’UE possa andare oltre -40% tagli domestici ai gas serra, considerando sia i costi che i benefici di un’azione ambiziosa.
In questo quadro, i target al 2030 sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, entrambi attualmente fissati al 27%, devono essere rivisti al rialzo.
Gli Stati membri e la UE devono intervenire per rendere tutti i flussi finanziari in linea con il percorso per stare entro l’aumento massimo della temperatura globale di 1,5C ° e tendere quindi a basse emissioni di gas serra e a uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici, così come per mantenere gli impegni finanziari internazionali in materia di finanziamenti per il clima.
A tal fine, gli Stati membri e la UE dovrebbe sviluppare una tabella di marcia per definire come intendono soddisfare la loro quota, nel quadro dell’impegno dei paesi sviluppati di versare 100 miliardi di dollari ogni anno entro il 2025, anche attraverso l’utilizzo di fonti innovative di finanziamento, come i ricavi delle aste del sistema di scambio delle emissioni (ETS), e la graduale eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili dannosi.
La riforma del sistema di scambio delle emissioni (ETS) deve essere nuovamente allineata con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C.
COSA SUCCEDERA’ ORA ?
I ministri dell’ambiente della UE discuteranno il risultato del COP21 nella riunione del 4 marzo.
Il Consiglio europeo si riunirà il 17-18 Marzo: le conclusioni potranno fare riferimento per l’esito della COP21.
Il 22 aprile, le Nazioni Unite ospiteranno una cerimonia per la firma dell’accordo di Parigi a New York, alla presenza di capi di Stato e di Governo.
La Commissione Ue indebolisce la leadership sul clima
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