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La crisi climatica sta provocando mutamenti irreversibili per oceani e regioni polari

Comincia oggi nel Principato di Monaco il 51° meeting dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) con l’obiettivo di approvare lo Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate (SROCC), che traccerà gli impatti e i rischi per…

Comincia oggi nel Principato di Monaco il 51° meeting dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) con l’obiettivo di approvare lo Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate (SROCC), che traccerà gli impatti e i rischi per la natura e gli esseri umani provocati dai radicali mutamenti che stanno avendo luogo negli oceani, nelle regioni polari e nei ghiacciai per effetto del cambiamento climatico. Impatti cimatici sempre più in aumento, sia per frequenza che per intensità. Il rapporto dovrebbe poi sottolineare come il clima, le persone e la natura sono fondamentalmente collegati. Gli sforzi per mitigare i cambiamenti climatici e fermare la perdita di natura devono andare di pari passo ed essere pienamente integrati con l’adattamento climatico. Si tratta di un ulteriore tassello per costruire la consapevolezza di come i cambiamenti climatici stiano influenzando gli ecosistemi oceanici, costieri, polari e montani e di come la natura e la società possano reagire e raggiungere uno sviluppo resiliente nei confronti dei cambiamenti in atto.

Il rapporto sarà reso noto due giorni dopo il Summit sul Clima convocato dal Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, a New York e il WWF si augura che questo rapporto, così come altri recenti rapporti dell’IPCC, sia un chiaro appello ai governi affinché innalzino i loro obiettivi di riduzione delle emissioni e  li spinga ad agire per evitare il disastro climatico: c’è bisogno di maggiore ambizione dei Paesi nei piani nazionali sul clima (NDC) e in particolare sugli obiettivi di drastica e rapida riduzione delle emissioni. Il report delineerà le molteplici connessioni tra i cambiamenti climatici e l’approvvigionamento di cibo, acqua e altri mezzi di sussistenza dai quali dipendiamo. Il rapporto dovrebbe inoltre fornire una valutazione solida e integrata dell’impatto dei cambiamenti climatici su questi ecosistemi sensibili e indicare quali opzioni sono disponibili per affrontarli. Come lo stesso IPCC aveva stigmatizzato in un precedente report, quello su 1,5°C, se non moltiplicheremo esponenzialmente i nostri sforzi, ci saranno conseguenze disastrose per milioni di persone e per la maggior parte degli ecosistemi vulnerabili. I tagli rapidi e profondi delle emissioni di gas serra sono cruciali per limitare i rischi: ciò renderà l’azione di adattamento più facile ed efficace. 
Dal report emergerà in modo chiaro che i cambiamenti climatici stanno provocando mutamenti irreversibili per le regioni polari. Il ghiaccio marino è per le regioni polari l’equivalente della foresta pluviale per quelle tropicali. La sopravvivenza di molte specie polari dipende dalle banchise di ghiaccio e questo habitat oggi sta scomparendo. Il ritmo incalzante del cambiamento climatico sta mettendo in pericolo anche i mezzi di sostentamento e l’esistenza delle comunità che vivono nell’Artico. E non si tratta di una minaccia solo locale, perché il mondo intero dipende dalle dinamiche di raffreddamento create dalle regioni polari. È essenziale che la crescita delle temperature rimanga entro i 1,5 gradi centigradi rispetto alla temperatura media della superficie terrestre in epoca preindustriale.

Dalle barriere coralline alle mangrovie, dai banchi di pesci agli habitat costieri, il cambiamento climatico e le pressioni create dall’uomo stanno rapidamente distruggendo il capitale naturale che sostiene la vita e il sostentamento di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Non si può più parlare di sviluppo sostenibile senza il massiccio ridimensionamento del ripristino delle difese naturali dell’oceano contro le devastazioni del cambiamento climatico. Il WWF chiede di accelerare l’azione, conformemente all’accordo di Parigi, e nel contempo assicurare oceani e mari più sani, ricorrendo a soluzioni basate sulla natura con una determinazione senza precedenti.

Proprio per mobilitare concretamente il mondo al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul Clima, il WWF Internazionale – insieme al più grande programma mondiale di ricerche sulla Global Sustainability FUTURE EARTH– ha appena pubblicato l’Exponential Road Map, che presenta 36 soluzioni economicamente valide per ridurre le emissioni globali di gas serra del 50% entro il 2030. 

Il report IPCC in arrivo, farà luce su un problema critico ma sottovalutato, l’impatto irreversibile del cambiamento climatico sulle riserve idriche del Pianeta. In tutto il mondo le nevi d’alta quota e i ghiacciai si stanno fondendo, la neve sta diminuendo e il permafrost si sta scongelando, contribuendo all’innalzamento del livello del mare e al cambiamento delle portate dei flussi dei fiumi. Questo quadro sta minacciando la resilienza delle comunità e la sopravvivenza delle specie, dalle montagne fino al mare. L’adattamento a questi cambiamenti richiederà politiche, pratiche, investimenti e governance in materia di acque interne che riconoscano il pieno valore di fiumi e dei sistemi d’acqua dolce funzionanti e sani.

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