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La forza delle donne nella lotta ai cambiamenti climatici

Si è concluso ad Ottawa il “Climate Leaders’ Summit: Women Kicking It on Climate”, summit presieduto dalla Ministra dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici canadese, Catherine Mac Kenna. Un incontro internazionale che ha visto protagoniste le leader dei paesi del…

Si è concluso ad Ottawa il “Climate Leaders’ Summit: Women Kicking It on Climate”, summit presieduto dalla Ministra dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici canadese, Catherine Mac Kenna. Un incontro internazionale che ha visto protagoniste le leader dei paesi del G7 che lavorano ogni giorno per combattere i cambiamenti climatici: un think tank con l’obiettivo di raccogliere delle indicazioni da utilizzare in occasione del prossimo G7 che si terrà l’8 e il 9 giugno sempre in Canada, a La Malbaie, in Québec.
All’incontro, in rappresentanza dell’Italia, hanno partecipato Rosalba Giugni, presidente di Marevivo e Donatella Bianchi presidente di WWF Italia, che si sono confrontate con rappresentanti del mondo politico, economico, associazioni non governative e mondo scientifico per affrontare questioni legate ai cambiamenti climatici: dall’economia alla protezione delle popolazioni indigene più colpite dagli effetti del global warming, fino alle conseguenze sugli oceani.
Le leader presenti al summit di Ottawa (ministri, manager, rappresentanti del mondo universitario, Ong e fondazioni) hanno testimoniato quanto le donne siano determinanti nella lotta ai cambiamenti climatici, e quanto sia necessaria una rete tra imprese, società civile e istituzioni che dia spazio e ruolo al mondo femminile anche attraverso la creazione di un fondo per l’equità di genere. Ad Ottawa si è parlato di diritti umani, di adattamento, mitigazione e resilienza per ridurre il numero delle vittime dei cambiamenti climatici e per contenere il fenomeno  dell’immigrazione.
È urgente un’azione condivisa, immediata e concreta tra tutti i livelli politici, istituzionali ed economici, in difesa e nel rispetto degli impegni della Cop21. Gli oceani sono strettamente legati ai cambiamenti climatici perché assorbendo un terzo dell’anidride carbonica nell’atmosfera si stanno sempre più acidificando e riscaldando creando un disequilibrio dell’ecosistema che crea gravi conseguenze alla salute dei mari e quindi alla sopravvivenza dell’uomo sulla terra.
Nel suo intervento Sylvia Earle, oceanografa di fama mondiale dopo aver affrontato la drammatica situazione in cui versano gli oceani ha puntalizzato sulle possibili soluzioni: “Dobbiamo continuare ad esplorare gli oceani, studiare gli ambienti profondi, investire sulla ricerca scientifica , ridurre le emissioni ed insegnare ai bambini che il pesce è vita, non solo cibo. Ci restano solo dieci anni per agire e salvare gli oceani”, ha sottolineato.
La presidente del WWF Italia Donatella Bianchi, nel suo intervento, ha chiesto di accelerare la transizione verso una economia e stili di vita sostenibili e rispettosi dell’ambiente: “Una transizione necessaria e utile, come dimostra l’esperienza texana dove il trionfo delle rinnovabili ha garantito grandi risultati economici e ha visto crescere i posti di lavoro: incredibile ma vero, parliamo del Texas, della terra delle trivelle, del petrolio. È evidente che in Italia la conversione deve essere accelerata oltre che supportata da una precisa strategia. Questo consentirebbe di favorire la transizione verso un’economia low-carbon e favorire una visione di sviluppo dell’occupazione pulita e di lunga durata”, ha rimarcato Donatella Bianchi che, sottolineando le parole della Earl, ha lanciato l’allarme sulle ricadute che “la perdita degli ecosistemi marini potrebbero avere sulle comunità di tutto il pianeta e non solo su quelle delle regioni costiere: per questo è necessario coordinare educazione, migliorare la conoscenza, dare valore alla biodiversità e connettere l’economia all’ecologia”.

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