La legge compie 30 anni
Nel trentesimo anniversario della Legge quadro sulla caccia e sulla tutela della fauna selvatica il WWF Italia compie un’analisi approfondita della legge pubblicando un sondaggio commissionato dall’Associazione su un campione rappresentativo della popolazione nazionale e un Report che analizza gli effetti concreti della sua applicazione in questi 30 anni dalla entrata in vigore.
La caccia in Italia, il sondaggio
Per la rilevazione, realizzata da EMG Different tra il 4 e il 7 febbraio 2022, la caccia si presenta come argomento fortemente polarizzante. Il sentimento che prevale tra gli italiani sembra essere nettamente contrario a questa attività, specie in considerazione dei suoi aspetti più crudeli e senza controllo. Il 72% del campione ritiene poi, che l’esercizio della caccia generi problemi alla sicurezza dei cittadini e il 57% la ritiene un rischio per la salute delle persone.
Quello che le persone non sanno
Nel complesso permane una mancata conoscenza di alcuni elementi che afferiscono all’attività venatoria come, ad esempio, il diritto da parte dei cacciatori di entrare nelle proprietà private durante la caccia anche senza il consenso del proprietario (solo il 36% ne era a conoscenza), o la qualificazione della fauna selvatica (anche di quella cacciabile) come patrimonio comune dello Stato e quindi di tutti gli italiani (ben il 44% degli italiani ne è all’oscuro).
Il campione ha espresso una posizione netta sugli aspetti più controversi della regolazione dell’attività venatoria come ad esempio: l’uso di richiami vivi per piccoli uccellini e la caccia consentita per alcune specie in via di estinzione, ma anche l’utilizzo munizioni contenenti il piombo e la caccia esercitata durante il fine settimana. Questi argomenti ottengono livelli di disapprovazione pari al 90%.
Il report WWF Cartucce avvelenate sull’inquinamento da piombo >>
Il 43% degli intervistati auspica, inoltre, una riduzione delle attività di caccia con l’applicazione di regole più severe e il 42% giudica la caccia una inutile crudeltà.
Il controllo sull’attività venatoria
Gli italiani si dimostrano dubbiosi e sfiduciati circa la capacità dello Stato di garantire un adeguato controllo sull’attività venatoria al fine di prevenire gli illeciti. Il 58% degli italiani ritiene, infatti, che le sanzioni previste in Italia per contrastare il bracconaggio e la caccia illegale siano insufficienti e addirittura il 71% considera che le forze dell’ordine e la Magistratura non siano sufficientemente a conoscenza degli impatti generati da questi crimini di natura.
In conclusione, ben il 76% degli italiani non trova giusto che la caccia sia praticata in Italia e sarebbe d’accordo nel vietarla in tutto il territorio nazionale.
Il Report del WWF
Nel nuovo report WWF “Caccia e tutela della fauna selvatica. La legge 157/1992 a trent’anni dalla sua approvazione” documenta come quella che doveva essere una legge innovativa è stata sin da subito tradita da chi avrebbe dovuto applicarla, le Regioni innanzi tutto. Dal Report non solo emergono i forti limiti che la normativa ha evidenziato soprattutto in fase applicativa, ma anche l’esigenza di fare un necessario passo avanti nella tutela di tutta la fauna selvatica, anche quella considerata “minore”, attraverso maggiori limitazioni, controlli e sanzioni più aspre.
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Il nuovo report WWF sulla caccia
Caccia e tutela della fauna selvatica. La legge 157/1992 a trent’anni dalla sua approvazione
Il Report, inoltre, rendiconta il costante impegno del WWF per contrastare le violazioni della legge con decine e decine di ricorsi in gran parte vinti, per compensare una debolezza del sistema di controlli con decine di migliaia di ore di vigilanza venatoria garantita dai volontari dell’Associazione, per eliminare la caccia tra le discipline sportive addirittura formalmente riconosciute dal CONI.
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Comunicato Stampa
La legge sulla caccia compie 30 anni