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Leo Di Caprio, Oscar (anche) per l’ambiente

«Realizzando Revenant ho potuto toccare con mano le conseguenze dei cambiamenti climatici. Passavamo nell’arco di poco tempo da ambienti aridi ad altri innevati: faceva paura vedere come anche il cambiamento di un solo grado potesse avere conseguenze devastanti,…

«Realizzando Revenant ho potuto toccare con mano le conseguenze dei cambiamenti climatici. Passavamo nell’arco di poco tempo da ambienti aridi ad altri innevati: faceva paura vedere come anche il cambiamento di un solo grado potesse avere conseguenze devastanti, e il 2015 è stato l’anno più caldo della storia. Capivo in prima persona la potenza e la fragilità della natura». Leonardo Di Caprio, testimonial del WWF internazionale, a Roma per presentare il suo Revenant – Redivivo del regista messicano Alejandro González Inárritu, parla ad una platea accorsa alla Casa del Cinema di Villa Borghese del suo impegno ambientalista. Impegno che lo ha avuto come protagonista anche lo scorso 18 dicembre a Parigi, in occasione della COP 21, con un accorato appello all’azione.
«Il cambiamento climatico è la minaccia più grande per la nostra specie. Le conseguenze sono impensabili e possono  rendere il nostro pianeta invivibile. Le soluzioni ci sono, ma richiedono a tutti noi di fare cambiamenti reali nel modo in cui viviamo, nel modo in cui operano le nostre imprese, o legiferano i nostri politici. Il nostro futuro avrà una maggiore prosperità e giustizia quando ci saremo finalmente liberati dalla morsa dei combustibili fossili. Ma per arrivarci, dobbiamo agire. Dobbiamo finalmente lasciarci alle spalle le tecnologie inefficienti di un altro secolo e i modelli di business da esse create».
«Per capire gli impatti reali dei cambiamenti climatici (Di Caprio è anche ambasciatore speciale ONU sul cambiamento climatico) e per il mio prossimo documentario sul clima, ho viaggiato in posti come l’Artico, l’Antartide, la Groenlandia, dove gli scienziati stanno registrando oggi la drammatica riduzione dei ghiacci marini. In Canada ho visto la devastazione lasciata dai giganti dell’energia che hanno lasciato una scia di distruzione nella grande foresta boreale, nella loro insaziabile ricerca di petrolio e sabbie bituminose. In India ho incontrato i contadini in un villaggio fuori New Delhi le cui colture e i mezzi di sostentamento erano state distrutte da inondazioni senza precedenti. Una cosa è oggi chiara in modo evidente: e cioè che sono le persone povere e svantaggiate a essere colpite per prime dagli effetti devastanti del cambiamento climatico».
«Nel documentario, realizzato con il regista di The Cove, Louie Psihoyos raccontiamo il cambiamento climatico viaggiando in paesi come l’India, la Groenlandia e la Francia per la conferenza COP21, dove i governi si sono messi finalmente insieme per un’azione comune a favore dell’ambiente».

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