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Troppe barriere imprigionano i fiumi italiani

Si è conclusa la grande mappatura dei corsi d'acqua, necessario un grande piano di ripristino ambientale

Il report del WWF con Federcanoa e Spinning Club Italia

La rimozione delle barriere obsolete e controproducenti contribuirebbe all’impegno di riconnettere e riqualificare 25.000 km di fiumi entro il 2030 come richiesto nella Strategia Europea per la Biodiversità

Andrea Agapito, Responsabile Acque WWF Italia

I nostri fiumi non sono in buona salute e necessitano di una diffusa azione di riqualificazione per contribuire alla sicurezza dal rischio idrogeologico, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità e riqualificare gli ecosistemi d’acqua dolce. Per questo lo scorso 22 marzo (World Water Day) il WWF Italia, Federazione Italiana Canoa Kayak e Spinning Club Italia hanno lanciato l’iniziativa di Citizen science “LiberiAmo i fiumi” per sensibilizzare sullo stato dei nostri corsi d’acqua. Grazie a questa iniziativa volontari, canoisti e pescatori hanno censito dal 22 marzo a oggi le barriere artificiali lungo molti corsi d’acqua.

Una grande mappatura collettiva

Grazie all’utilizzo dell’APP Barrier Tracker, la stessa utilizzata nel progetto europeo, si è arrivati ad identificare 11.054 barriere (dighe, traverse, rampe, chiuse) alla continuità ecologica e geomorfologica dei fiumi italiani. È stato così possibile integrare le 630.000 segnalazioni inserite nell’Atlante Pan-Europeo delle Barriere In-Stream del progetto europeo Adaptive Management of Barriers in European Rivers (AMBER, un progetto di ricerca finanziato dal programma quadro Horizon 2020 dell’Unione Europea). Molte barriere sono obsolete e controproducenti e potrebbero essere rimosse. Questa azione contribuirebbe all’impegno di riconnettere e riqualificare 25.000 km di fiumi entro il 2030 come richiesto nella Strategia Europea per la Biodiversità. In Europa sono state identificate 830 barriere che sarebbe importante rimuovere e ad oggi ne sono state rimosse 111 tra dighe e traverse.

16.000 km. di fiumi da riqualificare

In Italia ancora non si muove nulla ed è necessario redigere urgentemente un Piano di ripristino ambientale, come richiesto dalla Strategia Europea per la Biodiversità, e un programma di rimozione di barriere. Il Piano dovrebbe indicare come l’Italia intenda contribuire a ripristinare la connettività e a rimuovere opere obsolete per contribuire, con almeno 1.600 km di fiumi riqualificati, all’obiettivo europeo.

Sui fiumi la Strategia UE afferma che “occorre adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. Uno dei modi per farlo consiste nell’eliminare o adeguare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori e nel migliorare il flusso libero dei sedimenti: s’intende così ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030”.

“Il tempo per agire è quasi scaduto – sottolinea Andrea Agapito Ludovici, Responsabile Acque WWF Italia – è necessario da un lato iniziare a rinaturalizzare i nostri fiumi, e dall’altro bloccare ulteriori interventi di mini-idroelettrico lungo i corsi d’acqua naturali ed evitare la costruzione diffusa di invasi, che aumentano la frammentazione e la vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici. E come WWF abbiamo voluto dare il nostro contributo con l’iniziativa LiberiAmo i Fiumi, con l’obiettivo di mappare, con sempre maggior precisione, tutto ciò che ostacola artificialmente i nostri corsi d’acqua. Per creare una banca dati europea delle barriere”.

Gennaro Cirillo, Consigliere nazionale di FNCK: “La Federcanoa ha avviato la campagna “Amate la Canoa” per la sensibilizzazione ai temi ambientali che si è ben conciliata con l’iniziativa “LiberiAmo i fiumi” e i canoisti della federazione si sono uniti al censimento delle barriere lungo i fiumi che, oltre ad arrecare un grave impatto non consentono di vivere il fiume a pieno e in sicurezza”.

Mario Narducci, Spinning Club Italia: “Fra le molte cause della triste situazione dei fiumi italiani, l’artificializzazione dei corsi, troppo spesso equiparati a meri condotti idraulici, ne rappresenta una delle maggiori. In particolare gli ormai eccessivi sbarramenti privi di adeguate scale di risalita per pesci, impediscono le naturali migrazioni stagionali o riproduttive che sono essenziali per l’intera vita acquatica”.

  • LiberiAmo i fiumi
    LiberiAmo i fiumi

    La campagna WWF, Federcanoa, SCI

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