Quasi 3.400 animali vivi sequestrati, soprattutto richiami vivi per la caccia ai migratori, e oltre 6.800 animali purtroppo già morti, appartenenti a 84 specie diverse, di cui ben 64 protette. In vent’anni di attività in regione, i sequestri delle guardie venatorie del WWF . E’ la provincia di Brescia al primo posto a livello nazionale per le dimensioni dell’illegalità venatoria. Lo ricordano anche le 1.152 persone denunciate penalmente dalla vigilanza WWF in quasi un ventennio, con ben 800 fucili sequestrati. Il bilancio è stato realizzato dal nucleo lombardo della Vigilanza WWF anche per fornire un contributo al Piano Europeo di eradicazione del bracconaggio e commercio illegale.
Quali le specie maggiormente vittime del bracconaggio? A fare la parte del leone troviamo i pettirossi intrappolati e i tordi, ma la lista comprende aquile reali (ben tre, famoso il sequestro avvenuto a carico di un bracconiere di Sabbio Chiese), picchi rossi, rampichini, rigogoli (splendi uccelli color giallo limone che è impossibile scambiare per esemplari cacciabili), usignoli, zigoli gialli, i piccoli luì e, passando agli anatidi, le molto più grandi (e rare, oltre che protette) morette tabaccate.
Questi i dati:
- 1.152 persone denunciate all’Autorità Giudiziaria
- Sequestrati:
- 878 fucili, 1.498 cartucce
- 4 candelotti dinamite, 420 richiami acustici
- 3 smartphone utilizzati come richiamo acustico
- 24.784 archetti
- 1.498 reti
- 91 lacci
- 316 trappole e tagliole
- 182 bastoni vischio
- 6.884 animali morti
- 3.392 animali morti
- Redatti 888 verbali amministrativi per un ammontare totale di 233.300 euro
Gli esemplari di animali sequestrati appartengono a ben 84 specie differenti, di cui ben 64 specie protette, mostrando l’impatto dell’attività venatoria sui contingenti di migratori e la sostanziale non applicazione delle Direttive Comunitarie per la tutela della fauna selvatica.
“Numeri impressionanti che se da una parte mostrano un fenomeno abnorme dall’altra evidenziano l’impegno e l’abnegazione di volontari che per anni hanno dedicato il loro tempo alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia della fauna selvatica.” afferma Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia “L’Italia è un Paese ad alto tasso di illegalità e criminalità ambientale e la provincia di Brescia è con tutta certezza un hotspot del bracconaggio italiano e più in generale del Mediterraneo. Per contrastare questi comportamenti criminali, che mettono a rischio la ricchissima biodiversità italiana, il WWF opera anche attraverso la propria vigilanza ambientale: oltre 300 volontari impegnati direttamente sul campo che svolgono la loro attività in stretta collaborazione con le Forze di polizia. Un ruolo fondamentale, a maggior ragione ora che, con la cancellazione delle Polizie provinciali e con il futuro incerto del Corpo Forestale dello Stato, si rischia di vedere fortemente ridotta la capacità di controllo del territorio”. Si invitano i cittadini a segnalare eventuali casi di caccia illegale al numero antibracconaggio 328 7308288, o tramite la pagina Facebook
Telefono antibracconaggio: 328 7308288