Orsi, Lupi? Macché, in Italia l’unico animale davvero nocivo oggi è il cinghiale. Parola di Fulco Pratesi. “Credo sia giunto il momento di intervenire – scrive il Presidente onorario del WWF nel numero di giugno di Panda, la rivista del WWF – i loro danni richiedono risarcimenti infinitamente maggiori di quelli prodotti da lupi o orsi di cui tanto ci si preoccupa”. La “nocività” del cinghiale, più volte denunciata dagli agricoltori – costretti a difendere i coltivi con costose recinzioni – risiede, sottolinea Pratesi, anche nella pressione tremenda e incontrollabile che questi suidi esercitano sul nostro patrimonio di biodiversità.
“Piante bulbose, orchidee selvatiche e ogni pianta spontanea sono estirpate dalla “aratura” totale del loro grufolìo. Gli alberi, soprattutto querce, non riescono a riprodursi perché le ghiande vengono divorate. Tutta la fauna che vive e si riproduce a terra viene sterminata: fagiani e pernici, piccoli di lepri e caprioli, quaglie e allodole, lepri e tartarughe, rospi e talpe, maggiolini e scarabei, lombrichi e insetti vari scompaiono lasciando il suolo terroso e deserto”.
Alle origini dell’esplosiva diffusione del cinghiale c’é stata, sostiene Pratesi, l’introduzione a scopo venatorio di esemplari provenienti dall’Est Europeo, più grandi e prolifici. “Questi hanno ormai invaso gran parte del Paese, con l’aiuto di introduzioni clandestine da parte delle squadre di “cinghialai” anch’esse in aumento. Insomma l’unica specie, tra i mammiferi, che oggi può essere ritenuta veramente nociva, è il cinghiale”.
Il fondatore del WWF ricorda come una delle maggiori battaglie del WWF sia stata quella contro la definizione di “animali nocivi” appioppata alle specie dalla Legge sulla caccia del 1939. La Lista nera comprendeva lupo, volpe, faina, puzzola, lontra, gatto selvatico e, per gli uccelli, aquile, nibbi, astore, sparviero e gufo reale.
“Tutti questi animali potevano essere uccisi o catturati con lacci, tagliole, trappole e bocconi avvelenati. Oggi non si tratta di ritornare al passato – conclude Pratesi – ma di attuare strategie di contenimento per le specie che davvero creano problemi. In quanto ai carnivori come il lupo, la soluzione sta nella difesa delle greggi, con recinzioni elettrificate e cani da guardiania. Per l’orso, si tratta di mettere in atto accorgimenti e seguire alcune semplci regole sulla convivenza tra uomini e orsi
“Il fatto che in un Paese popolato da più di 200 abitanti al chilometro quadrato possa ospitare ancora una simile meraviglia della natura, oltretutto a pochi chilometri da grandi città e da impianti sportivi, è un miracolo al quale nessun popolo che si definisca civile può rinunciare, anche se gli può costare impegni e fatiche” conclude Pratesi.