La continua registrazione di uccisioni di lupi o ibridi, la scoperta di nuove carcasse e la loro ostentazione in pubblico come si sono registrate nel mese scorso, almeno una decina localizzate nell’area della Maremma toscana, devono seriamente allarmare e soprattutto scuotere le coscienze di quanti sono chiamati a gestire e a tutelate il patrimonio di fauna selvatica del nostro paese.
Nel contesto della Maremma si è arrivati addirittura alla ostentazione pubblica dei corpi dei lupi uccisi, come avveniva nel passato: parliamo di una specie particolarmente protetta, tutelata da norme comunitarie e nazionali.
“E’ dagli anni ’70 che non assistevamo ad un accanimento tanto grave su una specie simbolo – ha dichiarato Dante Caserta, Presidente del WWF Italia – Questi ripetuti atti di bracconaggio sono da condannare sotto qualsiasi aspetto e nessuna situazione, per quanto difficile, può motivarli né tantomeno giustificarli. Dopo aver vissuto per decenni sull’orlo dell’estinzione, il lupo è tornato a popolare montagne e vallate grazie agli sforzi di associazioni, istituzioni e mondo della ricerca. Sebbene questo possa comportare talvolta un’interazione problematica con alcune attività umane quali l’allevamento zootecnico, non vuol dire che la convivenza uomo-lupo non sia possibile, come dimostrano i dati e i tanti progetti già realizzati. E’ solo questione di volontà, politica e amministrativa: la vera sfida si gioca sulle scelte e se l’obiettivo è quello di salvaguardare sia gli allevatori sia i lupi, le parole chiave sono: prevenzione e corretta gestione dell’allevamento”.
Adottare misure antiquate quali l’abbattimento o peggio ancora, la ritorsione contro la fauna selvatica con atti di bracconaggio, è un salto nel passato buio dell’Italia “anti- nocivi”, quello in cui la legge lasciava sparare a orsi, lupi, falchi e grifoni, pratiche che oggi sono contrarie alla legge e ad ogni principio di gestione sostenibile delle risorse. Il WWF non può che condannare senza ma e senza se simili pratiche, fornendo al tempo stesso soluzioni praticabili e sperimentate”.
Alla luce dell’esperienza raccolta in anni di gestione di progetti di tutela dei grandi carnivori e gestione diretta di aree protette il WWF elenca 5 mosse strategiche che valorizzino la prevenzione, la gestione adeguata della zootecnia, il monitoraggio dei danni e la gestione dei cani randagi e cani vaganti per intervenire sui danni al patrimonio zootecnico e risolvere alla fonte il problema delle ibridazioni lupo-cane, misure che, se adottate complessivamente, intervengono puntualmente per minimizzare i danni prodotti dai grandi predatori. E’ indispensabile in questo momento programmare un utilizzo mirato delle risorse che l’Unione Europea mette a disposizione delle Regioni attraverso la definizione dei programmi di sviluppo rurale della nuova PAC 2014 – 2020 ed inserire il problema dei danni da fauna selvatica nel programma di gestione dei rischi in agricoltura.
1) Allevamenti: adozione capillare di strumenti anti-predazione
Incentivare le attività per la prevenzione del danno, con la promozione e l’adozione da parte degli allevamenti di quegli strumenti anti predazione sperimentati e più efficienti per quegli ambiti territoriali;
2) Politica unitaria per gli indennizzi
Promuovere una politica degli indennizzi unitaria, che faciliti le procedure amministrative e dia certezza del diritto con la velocizzazione delle risposte ed indennizzi sicuri e tempestivi
3) Monitoraggio e registrazione dei danni
Sviluppo coordinato del monitoraggio e registrazione puntuale dei danni al patrimonio zootecnico così da consentire in tempo reale di promuovere interventi concreti e che consentano di dare risposte agli allevatori per mitigare il danno
4) Gestione del randagismo
Dare piena applicazione alle norme sul randagismo e la gestione dei propri animali domestici, favorendo il monitoraggio del rispetto delle norme di registrazione e dichiarazione dei propri animali e riducano drasticamente il fenomeno dei cani vaganti e randagi;
5) Allontanare gli intrusi
Dove accertato intervenire per cercare di rimuovere gli ibridi selvatici lupo cane che possono costituire una minaccia per il patrimonio zootecnico e prima di tutto minacciano la stessa conservazione del lupo.
Il WWF, infine, smentisce, che sia mai stata intrapresa alcuna attività di reintroduzione di lupi nel territorio, come erroneamente (e strumentalmente) è stato riportato su alcuni blog e articoli di stampa senza considerare che una cattiva informazione può creare seri danni al nostro patrimonio faunistico.