Un altro lupo, stavolta una femmina, è scomparso in Italia: è accaduto nelle Marche, ai margini del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, una delle parti più importanti dell’areale della specie, e ancora una volta l’ipotesi più accreditata è quella di bracconaggio. La lupa “Selana”, seguita con collare satellitare dal dicembre scorso dai ricercatori che ne studiavano comportamenti e spostamenti, è scomparsa dal ‘radar’ il 19 gennaio e subito le indagini sono scattate. E’ seguito l’arresto di un bracconiere da parte del Corpo Forestale dello Stato e questa è per il WWF Italia l’ennesima conferma del ormai diffuso bracconaggio sul lupo anche nei Parchi.
Quasi sempre gli atti di bracconaggio restano impuniti per mancanza del colpevole e il lodevole lavoro svolto dal Corpo Forestale dello Stato ha consentito questa volta l’arresto del bracconiere che dovrà difendersi davanti al giudice. Il WWF Italia si costituirà parte civile nel processo per sottolineare il valore del lupo come bene pubblico, patrimonio naturale del nostro Paese.
Si stimano in oltre 300 i lupi uccisi ogni anno dai bracconieri in Italia con l’utilizzo del fucile, del veleno e dei lacci. Questo ennesimo atto di bracconaggio ai danni di un lupo appartenente ad un nucleo familiare che gravitava in un Parco Nazionale conferma anche la validità delle critiche del WWF all’ipotesi di creare le condizioni per gli abbattimenti legali del lupo, anche all’interno e in prossimità dei Parchi Nazionali, prevista nella proposta di Piano per la Conservazione e gestione del lupo in Italia presentata dal Ministero dell’Ambiente alle Regioni, la cui approvazione è prevista entro il prossimo mese di marzo.
Consentire l’abbattimento legale dei lupi nel nostro paese, alla presenza di un così diffuso bracconaggio, rischia per il WWF di legittimare questi atti criminali che andrebbero invece contrastati con ogni mezzo e maggiore determinazione.
Il bliz antibracconaggio è scattato proprio grazie alle informazioni raccolte con il radiocollare collocato dai naturalisti dell’Ente Parco a conferma anche dell’importanza del monitoraggio faunistico effettuato con gli strumenti più sofisticati come radiocollari satellitari e fototrappole: è possibile dunque svolgere un’azione di vigilanza e repressione piu’ efficace, in particolare nelle aree naturali protette.