Emergenza plastica sulle spiagge della Galizia
È di oltre 26 tonnellate il carico di “pellet” in plastica contenuto nel container che lo scorso 8 dicembre è stato disperso in mare dalla nave Taconao, al largo della costa del Portogallo.
Ora la marea di piccoli granuli di plastica bianca, miliardi di minuscole palline che vengono prodotte e spedite da una parte all’altra del Pianeta per essere utilizzate come materia prima per costruire oggetti di uso quotidiano, si sta diffondendo sulle spiagge di La Coruña e Mariña lucense, in Galizia, regione del nord-ovest della Spagna, e molti volontari si stanno muovendo per liberare le coste.
Il primo allarme alla giunta regionale è arrivato proprio il 13 dicembre, quando parte della marea di plastica ha raggiunto la spiaggia di Ribera (La Coruna). Ma solo il 5 gennaio l’amministrazione della Regione ha attivato il Protocollo di emergenza per inquinamento marino ma al livello più basso. Nella mattinata dell’8 gennaio la Procura generale per l’Ambiente spagnola ha annunciato l’apertura di un’inchiesta.
Il WWF in Spagna sta seguendo da vicino l’evoluzione di questa grave forma di inquinamento. Si sta aspettando la conferma della composizione chimica dei materiali per poter misurare il danno ambientale. Il problema principale è che, per le loro dimensioni, i pellet sono molto difficili da rimuovere dall’ambiente una volta che vengono dispersi. Inoltre, rappresentano un pericolo per la fauna marina (pesci, uccelli, cetacei) che li ingeriscono volontariamente o accidentalmente con gravi conseguenze per la sopravvivenza degli animali, anche perché rilasciano pericolose sostanze chimiche.
Il problema dell’inquinamento da plastica riguarda tutti noi
Il problema della plastica, poi, non si limita alla fauna marina ma riguarda anche tutti noi. Uno studio del WWF stima, infatti, che ogni persona ogni settimana ingerisca in media 5 grammi di plastica, equivalente a mangiare una carta di credito ogni 7 giorni.
Il disastro ambientale in Galizia è anche un altro esempio di come due sciagure del nostro tempo si possano combinare fra loro: in questo caso la materia prima utilizzata per produrre plastica versata direttamente in mare e gli impatti sempre più violenti del cambiamento climatico, che accentuano i fenomeni meteorologici e di conseguenza gli incidenti marittimi.
I WWF Spagna chiede un’azione immediata e coordinata tra le amministrazioni, un’indagine e un’assunzione di responsabilità.