Grazie alla partnership con il WWF, l’Azienda ha risparmiato in cinque anni un miliardo di litri di acqua irrigua e ridotto del 27% le emissioni di CO2 in atmosfera per unità di prodotto
Mutti da 17 anni premia i suoi migliori conferitori con il prestigioso Pomodorino d’Oro Mutti, un riconoscimento istituito dall’Azienda con lo scopo di fidelizzare e incentivare gli agricoltori impegnati nella ricerca dell’eccellenza qualitativa nella produzione del pomodoro.
“La campagna 2016 assume per noi un significato ancora più importante del solito”, ha commentato Francesco Mutti, Amministratore Delegato di Mutti SpA. “I dati parlano di una crescita del 14% nella produzione rispetto al 2015, ma quello che ci rende veramente orgogliosi sono i risultati qualitativi da record conseguiti quest’anno, a testimonianza della continua e costante ricerca dell’eccellenza. Questo è lo spirito che anima da sempre le scelte di Mutti: ricercare e raccontare l’eccellenza in ogni aspetto per portare il pomodoro alla sua massima espressione qualitativa”.
Un aiuto importante per gestire meglio la coltivazione del pomodoro è arrivato dalla tecnologia. “L’inserimento delle sonde ha permesso di misurare il grado di umidità del terreno e modulare meglio l’irrigazione arrivando a produrre di più con un minore impiego d’acqua. Un altro esempio è l’uso di guide satellitari per evitare l’eccessivo calpestio dei terreni” – prosegue Alessandro Tedaldi, vincitore del Pomodorino d’Oro 2013.
Un altro aspetto importante è la collaborazione tra l’Azienda agricola che produce il pomodoro e l’Industria che lo trasforma: ciò aiuta a produrre meglio facilitando l’accesso alle tecniche più avanzate di monitoraggio della coltura” – conclude Stefano Aschieri, vincitore del Pomodorino d’Oro 2015.
Mutti e l’ambiente. L’Azienda ha da sempre un occhio di riguardo per la sostenibilità e quest’anno può festeggiare un importante risultato in più. Grazie alla consolidata partnership con il WWF, attiva dal 2010, e all’attività di monitoraggio dell’impronta idrica, condotta dal Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC), Mutti ha raggiunto importanti risultati. Il traguardo fissato nel 2010, ossia la riduzione dell’impronta idrica della filiera Mutti del 3%, non solo è stato raggiunto, ma superato raggiungendo il 4,6%.
“Un grande apprezzamento va all’azienda Mutti che in questi anni di collaborazione ha consolidato e ampliato il proprio impegno ambientale, investendo in azioni di monitoraggio, assistenza e coinvolgimento dei propri fornitori. Il risparmio irriguo ad oggi raggiunto è di quasi un miliardo di litri d’acqua. A questo risultato si aggiunge un altro aspetto fondamentale: la diffusione delle buone pratiche presso gli agricoltori, che hanno iniziato a usare autonomamente queste soluzioni per il risparmio irriguo. Il progetto quindi proseguirà anche nei prossimi anni grazie alla consapevolezza che Mutti ha favorito.” ha commentato Eva Alessi, Responsabile sostenibilità del WWF Italia.
Con il WWF, Mutti si è inoltre impegnato nella riduzione della propria impronta di carbonio, raggiungendo nel 2015 un obiettivo di riduzione delle emissioni del 27% rispetto al 2009, per unità di prodotto. Grazie a misure di efficientamento e all’utilizzo di energie rinnovabili, l’azienda ha evitato, tra il 2010 e il 2015, l’immissione in atmosfera di 20.000 ton di CO2, equivalenti alle emissioni di 90.940 voli aerei Milano –Londra.
Inoltre, dal 2017, grazie ad una rinnovata partnership con il WWF volta a promuovere un utilizzo sostenibile delle risorse, Mutti effettuerà in collaborazione con le organizzazioni dei produttori una analisi della situazione per quanto riguarda la biodiversità degli agro-ecosistemi destinati a pomodoro, identificherà le priorità di intervento nelle diverse aree, fisserà assieme ai produttori obiettivi di miglioramento e metterà in atto un piano di azione per favorire la biodiversità in ambito agricolo.
Mutti conferma così che la qualità del prodotto (realizzato esclusivamente con materia prima al 100% italiana e attentamente controllato in tutte le fasi della filiera) e dei processi produttivi rappresentano da sempre valori irrinunciabili: sin dal ’99 l’azienda certifica, prima in Italia, i propri prodotti con il marchio “Produzione Integrata Certificata”; nel 2001 si è aggiunta anche la dichiarazione “non OGM”, certificazione che prevede un doppio controllo, sulle operazioni agricole e sulle piantine, sul pomodoro fresco e sul prodotto finito.