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Nella terra dei lupi d’Abruzzo

(ANSA) – ROMA, 3 FEB – “I lupi? Qua la gente ci tiene. Ha capito che non sono pericolosi, non fanno danni e non hanno mai aggredito nessuno. Quando qualcuno li vede, lo racconta a tutti entusiasta”. Cronache…

(ANSA) – ROMA, 3 FEB – “I lupi? Qua la gente ci tiene. Ha capito che non sono pericolosi, non fanno danni e non hanno mai aggredito nessuno. Quando qualcuno li vede, lo racconta a tutti entusiasta”.

Cronache dalla terra dei lupi. Villetta Barrea, in provincia dell’Aquila, nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo. Su questi monti i lupi sono di casa, trovano cervi e cinghiali in abbondanza da predare. Qui sarebbe stato applicato il Piano Lupo del Ministero dell’Ambiente, che permetteva la caccia a questi predatori in alcuni casi, e che è stato stoppato dalle Regioni dopo le proteste di cittadini e ambientalisti.    Parliamo con Alessandro Virgilio, allevatore di cavalli e gestore di un agriturismo, un passato da stuntman. “Ho visto quattro lupi qui vicino una settimana fa – racconta -. E poi li sentiamo ululare tutte le sere. Stanno aumentando di numero. Sono branchi di 4-5 esemplari, 10 al massimo. Danni non ne fanno, se vedono l’uomo scappano. Hanno ferito qualche cane, ma sono episodi rari. Non mi ricordo che abbiano attaccato il bestiame. Sarà perché qui trovano un sacco di prede, non hanno bisogno di prendersela con gli allevamenti. E comunque qui nel Parco l’Ente rimborsa subito i danni”.
Alessandro parla dei lupi con affetto. E l’ipotesi di una riapertura della caccia contro di loro lo disturba. “In questi
giorni ho seguito con preoccupazione la vicenda del Piano Lupo. Mi dà fastidio l’idea che vengano uccisi. Abbiamo fatto tanto per farli tornare, e ora li ammazziamo? Qua la gente ama i lupi, oggi è più vicina agli animali di un tempo”.
“Quelli che ce l’hanno con loro sono i cacciatori, perché mangiano i cinghiali – continua Alessandro -. Se li vedono, li
prendono a fucilate. Agli allevatori fanno più danni gli orsi, ma sono episodi rari, e il Parco rimborsa subito. Poi qualche
allevatore ci marcia pure. Se gli muore un animale di malattia, lo lascia in mezzo a un prato. I lupi se lo mangiano e lui
denuncia ‘me lo hanno ammazzato’, così prende i soldi…”.
Anche Alessandro però alleva cavalli… “Ma il lupo non se la prende coi cavalli, sono troppo grossi per lui. Non è mica stupido! Anche dai cervi adulti e sani prende botte. Caccia soprattutto i cuccioli o le bestie malate. E poi a settembre, nella stagione degli amori, preda i cervi maschi più forti, sfiniti dopo gli accoppiamenti. Così garantisce che le cerve tutti gli anni cambino partner, ed evita incroci fra consanguinei. Anche così mantiene l’equilibrio dell’ambiente”.
Gli animali pericolosi per Alessandro sono altri: “I cani randagi in branco, quelli sono un pericolo vero. Non hanno paura dell’uomo e lo attaccano. E anche il cinghiale, se è in branco, può attaccare. Il lupo invece scappa”. L’allevatore-albergatore condivide l’opinione che i cani pastori siano la tutela migliore per mandrie e greggi: “Io ho due pastori abruzzesi. Quando sentono il lupo ti avvertono subito abbaiando, poi partono per cacciarlo dal loro territorio”.
Alessandro conferma la tesi degli ambientalisti che il lupo in branco preda solo gli animali selvatici. Gli abbattimenti distruggono i branchi e creano “lupi solitari” che per fame finiscono per prendere di mira le greggi. “Branchi di lupi qui all’agriturismo ne avrò visto uno in dieci anni. Esemplari isolati invece me li sono ritrovati in cortile. Chiaro che se c’era una pecora libera, se la mangiava”. Stefano Secondino – ANSA ambiente

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