D’estate, il sole non tramonta mai nell’Artico e quello di mezzanotte rende l’Oceano molto produttivo e brulicante di vita. Il team di biologi del Narwal Camp 2018 è nel Canada del Nord, per studiare i movimenti dell’Oceano e il fantastico narvalo, l’unicorno del mare.
In questi giorni di monitoraggio, gli studiosi sono stati abbastanza fortunati: hanno avvistato i narvali e le balene, che sono emersi a testa bassa, fra i blocchi di ghiaccio.
Uno, due, tre, quanti sono? Prima hanno sentito il loro respiro rompere la superficie dell’acqua, quell’acqua ferma che riflette le montagne e il ghiaccio che sembra uno specchio. Poi hanno visto un gruppo di narvali nuotare vicino a loro, così vicino alla riva che quasi potevano allungare la mano e toccarli: forse è nato così il mito degli unicorni.
I narvali non hanno una pinna sulla loro schiena, quindi riescono a nuotare facilmente tra i ghiacci marini, il loro corpo è di color grigio scuro e diventa macchiato con l’avanzare dell’età.
Il ghiaccio marino che si è spostato nei giorni scorsi è rimasto nelle vicinanze del campo: è di un colore che va dal bianco brillante all’azzurro. Il ghiaccio dal colore più azzurro è quello che si è formato da più tempo e non si è sciolto per molti anni. I biologi del Narwal Camp hanno utilizzato proprio i blocchi del ghiaccio marino come piattaforme per uscire dalle acque più profonde di Tremblay e distribuire equipaggiamenti, che sono in grado di monitorare la presenza di vita nell’Oceano. Per poter sudiare il ritmo quotidiano di vita nell’Oceano, gli studiosi continuano la loro attività di monitoraggio giorno e notte.